giugno 23, 2011

BLACK SABBATH - Paranoid (1970)














Paranoid, un titolo che non può lasciare indifferente qualunque ascoltatore di musica hard rock & heavy, un titolo che pesa come un macigno, un titolo dato a un disco uscito più di 40 anni fa. Può non sembrare, ma non è facile parlare di un album così, anche per chi con esso ci è praticamente cresciuto. Ma ci provo.

Era il 1970, da pochissimo uscito il primo omonimo album di questa band, in cui è ancora molto marcata l' influenza blues, ma già ci son tutti i segni distintivi di un sound che ha scalato generazioni e generazioni, e che ha dato la prima vera visibilità a questa giovane band di Birmingham. Un sound cupo e pesante, vera novità dell' epoca, che insieme a certe tematiche dava al gruppo un aura un po' "blasfema" che non faceva altro che amplificare questa immagine "satanista" o "anticristiana" che ha sempre caratterizzato i Black Sabbath.
Ma è con questo secondo album che il loro nome esplode letteralmente. I riff blueseggianti si amalgamano meglio con gli arrangiamenti più tipicamente heavy/hard rock, creando un sound ancora più personale di prima e quindi già inconfondibile. In più anche le tematiche cominciano a farsi più varie, come in War Pigs o Iron Man. Ogni singola canzone di questo album è un classico del gruppo e del genere stesso. Il disco è compatto dall' inizio alla fine, mai un calo di tensione o espressività. Ovviamente a farla da padrone sono sempre i riff di Iommi, assolutamente particolari e sempre ispiratissimi, ma abbinati al basso pulsante di Butler e al cantato psico-ipnotico di Ozzy. Si passa dall' opener War Pigs, un pezzo che non sente minimamente il peso degli anni e ultra-coverizzato, a Paranoid, quasi la hit del disco e forse la canzone più conosciuta dell' intera discografia del gruppo. Dalle atmosfere plumbee della stupenda Planet Caravan, dalla elettrica Iron Man e la morbosa Electric Funeral ci troviamo davanti Hand of Doom, che scivola via come se niente fosse nei suoi 7 min. C'è addirittura spazio per la strumentale Rat Salad, quasi un introduzione a quella che è, per chi scrive, la canzone più bella mai scritta dal gruppo, Fairies Wear Boots, una traccia di 6 min che racchiude in sè tutti gli elementi che hanno contraddistinto il sound dei nostri fino ad allora e che lo caratterizzeranno in futuro, qui troviamo forse la serie di assoli di Iommi migliore di tutto l'album. Che altro dire, se dovessi mettere un voto avrebbe sicuramente il massimo, ma preferisco di no, sarebbe come dare un valore a qualcosa di inestimabile.

4 commenti:

  1. Meno di una settimana ho riascoltato questo piccolo capolavoro che ha segnato la mia adolescenza. Erano anni che non lo ascoltavo, e pur conoscendolo a memoria è stato come ascoltarlo per la prima volta. Planet Caravan, capolavoro assoluto!

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  2. Ti sei sbilanciato, Fairies Wear Boots miglior canzone dei Black Sabbath...

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  3. ...non navigo quasi per nulla sulle rotte hard...
    però indubbiamente questo disco è da avere in doppia copia per gli amanti del genere...una da appendere e una per ascoltare!

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  4. @ carcassa E' sempre stata la mia preferita....la defineirei suggestiva..:))

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