settembre 14, 2011

Folk Bottom vol. 3 : an introduction to Robbie Basho


Quello della chitarra folk solista è un'arte sublime e raffinata che in pochi, nel corso della storia della popular music, sono riusciti ad esplorarne le infinite possibilità espressive e le più misteriose sfumature. Quando si parla di una personalità come Robbie Basho bisognerebbe trattenere il respiro, evitare di voler riferire qualcosa di significativo sulla sua opera, quasi come se fosse possibile coglierne l'intero significato. L'arte di Basho è innanzitutto priva di significati certi e codificabili, poichè talmente profondi da relegare al solo ascolto la possibilità di approdare nel mondo nascosto di intime impressioni individuali. La sua musica è dunque di natura organica nel senso che non rispetta forme prestabilite ma s'insinua nel flusso cosmico e dinamico delle cose. Breve ma essenziale risulta essere la piccola biografia di Basho inserita nell'Enciclopedia Rock anni'60 curata da Riccardo Bertoncelli ed edita per Arcana nel 1998 : "Personaggio unico nel panorama musicale degli ultimi anni, Robbie Basho è uno dei maggiori virtuosi di chitarra acustica e autore di composizioni che riflettano singolari interessi filosofici e spirituali. Robert Robinson (n. 1941- m. 1986, USA) si fa notare nei circuiti folk di Berkeley intorno alla metà dei '60, con uno stile composito in cui elementi di blues, folk e cajun si incrociano con raga indiani, flamenco, musica giapponese, cinese e classica europea. Non vi sono notizie precise su come e quando l'artista abbia maturato una cultura tanto varia; curioso e inspiegabile appare anche lo stile vocale, enfatico e tenorile, che sfrutta doti naturali non comuni. Quando Robinson, incoraggiato da John Fahey, nell'estate 1965 inizia a registrare per la Takoma, si fa già chiamare Basho, pare in onore di un antico poeta giapponese. The Seal Of The Blue Lotus e The Grail And The Lotus sono dischi esclusivamente strumentali, caratterizzati da lunghi brani e improvvisazioni di furibonda creatività; Basho Sings, frutto dei primi giorni d'incisione ma pubblicato solo nel 1967, è invece una raccolta di canzoni in forma di musica popolare. La maturazione di Basho è evidente con il successivo lavoro pubblicato in due volumi, Falconer's Arm vol. 1 e 2; è quasi musica sinfonica per chitarra, con sapienti inserti vocali. Dopo due anni di silenzio, Basho all'inizio dei '70 crea i suoi capolavori, Venus In Cancer e Song Of The Stallion, opere di grande poesia sorrette da una tecnica abbagliante. Poi passa alla Vanguard per due album che denetono una certa involuzione; The Voice Of The Eagle, prevalentemente cantato, è una celebrazione degli indiani d'America (argomento ripreso poi in Rainbow Thunder Songs Of The American West), mentre Zarthus vede l'artista cimentarsi al piano per tutta la seconda facciata. A quel punto Basho sparisce per quasi quattro anni, probabilmente impiegati a girovagare (si dice in Tibet) ampliando le proprie conoscenze. Solo nel 1978 ritorna ai dischi, grazie alla Windham Hill di William Ackerman; frutto della rentrée è Visions Of The Country, il lavoro migliore dell'ultimo periodo. Negli anni seguenti Basho continua a produrre buona musica su album e cassette senza curarsi di mode e tendenze commerciali, nonostante la non facile situazione finanziaria. Muore di cancro nel marzo 1986."
A queste informazioni potremmo aggiungere dicendo che l'interesse dei raga indiani venne a Basho dall'incontro con la musica di Ravi Shankar e di Ali Akbar Khan, mentre il poeta giapponese a cui si fa riferimento dovrebbe essere identificato in Matsuo Basho, vissuto tra il 1644 e 1694 e considerato tra i massimi maestri della poesia haiku.
Di certo Basho, insieme al citato amico John Fahey, "è il musicista folk che più consciamente ha saputo astrarre e universalizzare lo spirito trascendente dei raga, trasferirlo nell'infinito delle grandi praterie e delle verdi colline americane, sposarlo al respiro della natura vergine e selvaggia (The History of Rock Music by Piero Scaruffi)".



DISCOGRAFIA



The Seal Of The Blue Lotus 1965

The Grail And The Lotus 1966

Basho Sings! 1967

The Falconer's Arm Vol. 1 1967

The Falconer's Arm Vol.2 1967

Venus In Cancer 1970

Song Of The Stallion 1971

The Voice Of The Eagle 1972

Zarthus 1974

Visions Of The Country 1978

The Art Of The Acoustic Steel String Guitar 6&12 1979

Rainbow Thunder Songs Of The American West 1981

Twilight Peaks 1985




COVER ART


































settembre 06, 2011

Singolarità di una ragazza bionda, un film di Manoel De Oliveira.



Lisbona è una cartolina col suo statuario panorama, una semplice città, caotica come altre, universale, e da lontano la si spia, troppo lontano da essere quasi invisibile, un fantasma d’amore dietro le tende della finestra di fronte, percepito e trasudato attraverso la foggia diafana di un velo come in un sogno o in un ricordo distante. E infatti stiamo fuggendo, il fischio del treno ci chiama a dimenticare.

La singolare ragazza bionda, la femme d'à côté aleggia lo spirito romantico e di devozione spiccatamente ottocentesco tanto caro a Truffaut - farà la sua apparizione dalla finestra di fronte dell’ufficio di Macario (Riccardo Trepa), l’eroe dal cuore affranto, stravolgendogli la vita. Una sventura, così racconta alla sconosciuta nel treno, una donna qualsiasi capitata al suo fianco, una/o qualsiasi spettatore del viaggio - quello che non vuoi dire alla tua donna, quello che non vuoi dire al tuo miglior amico, dillo ad uno sconosciuto, recita una voce off poco dopo i titoli di testa, forse il pensiero ossessionato del protagonista stesso.

Il suo spirito irrequieto e le sue parole madide di sofferenza ci proiettano verso l’innamoramento, permeato di un romanticismo dostoevskiano --–… all’improvviso, per caso, alzo gli occhi – davvero, il cuore mi ha dato un balzo ! Come avevate capito bene quello che desiderava il mio cuore ! (povera gente) -- dove il morboso carteggio tra Makar e Varvara viene custodito da segrete attese e sguardi languidi tra Macario e l’incantevole ragazza bionda, Luisa (Catarina Wallestein).

Dopo aver chiesto la mano alla madre della ragazza, Macario deve scontrarsi contro l’austerità, che cinge il ridicolo, di suo zio Francisco che intransigente non concede alcuna possibilità di matrimonio. Costretto a lasciare casa e lavoro viene spedito a Capo Verde per affari da dove ritorna con un’ingente somma di denaro, la dote utile per l’agognato e indissolubile sogno d’amore. Ma il suo casuale benefattore, l’uomo dal cappello di paglia, si rivelerà una canaglia trascinando Macario nel baratro. E proprio quando tutto sembra perduto e l’uomo si appresta a lasciare nuovamente Lisbona e la bella Luisa, per risollevare la drammatica situazione finanziaria, ecco l’inopinata mossa dello zio Francisco che riaccoglie il nipote sotto la sua protezione. Il matrimonio s’ha da fare.

Il film è una favola dal sapore amaro, tratta dal racconto di Eca de Queiroz, e tradotta con una sceneggiatura intrisa di sospensione e immobilità letteraria - il cinema portoghese è storicamente e intrinsecamente legato alla letteratura - riadattate ai tempi moderni, al nuovo millennio.


Una poesia in cui la bellezza singolare di una ragazza bionda si cela con civetteria dietro uno splendido ventaglio cinese, in cui i corpi degli amanti, appartati fuori campo, vengono catturati attraverso le loro ombre proiettate sui gradini di una scalinata e in cui un bacio viene scortato da una gamba sollevata all’indietro a mezz’aria.

L’inossidabile Manoel De Oliveira, appena superato il secolo di vita, afferra col minimale occhio bressoniano – e il suo pessimismo, quello de l’argent, indagatore della corruzione morale dell’uomo - inquadrature statiche ad incidere gli attori in pose scultoree, e anche un teatrale e spiazzante risvolto finale, dove il corpo della donna a lungo desiderata giace inerte e abbandonato su di una poltrona sfumando ogni ombra di lieto fine - e il mondo sembra non aver più bisogno dei sentimenti e insegue un futile cappello, e il mondo sembra aver dimenticato la dignità e nasconde in una mano un anello dalla pietra preziosa.



P.S. il film, della durata di un'ora, è interamente visionabile su youtube diviso in 5 parti e in lingua originale e con sottotitoli in italiano (non proprio impeccabili), qui la prima parte: http://www.youtube.com/watch?v=OgNA9VQyWvk