febbraio 02, 2011

Cinque dischi dell’anno che fu, duemiladieci.


Primo disco: beach house. teen dream. sub pop. dream-pop.

I beach house, già in mostra nel 2008 con quel gran disco di Devotion, tra i migliori dieci del decennio scorso, il quale gode della mia totale devozione, ritornano in gioco abbandonando le atmosfere rarefatte dei primi due lavori e svoltando nel limbo del pop, un pop zuccheroso e brioso che, fortunatamente, non dimentica la scia languida e spettrale del passato.
L’uno - due iniziale è da togliere il fiato: Zebra e Silver soul sono due gemme ereditate dall’introverso Devotion; l’arpeggio di Zebra, overture del disco, viene elegantemente sfumato nello slide nebbioso della chitarra di Scally che tira fuori la celata anima d’argento, Silver Soul, forse l’apice del disco targato Legrand - Scally. Norway, primo singolo estratto, viene scandita da organo e batteria e introdotta da un arpeggio ubriaco al quale segue un ritornello micidiale e radiofonico difficile da levare dalla testa. Walk in the park , altro momento alto del disco, ci traghetta, con il solito organetto spiritato - stereolabiano e la chitarra vibrante, nel mezzo del disco dove c’è la deboluccia Used to be, un fiocco di neve mal digerito, e l’estiva Lover of mine, che ricorda i Talk Talk della svolta slowcore, in cui Victoria sembra immedesimarsi in Nico, quella più solare, si fa per dire, di Chelsea girl. Better times è il chiaro manifesto della futura canzone beachousiana, canzonetta pop dolce e orecchiabilissima, come si è visto nell’episodio di White moon, singolo uscito nel corso del duemiladieci, dopo Teen Dream, dove i beach house sprofondano, deludenti, in un infantile pop-filastrocca che ribattezzerei housewife-pop, visto che piace anche a mia madre. Il finale del disco è strappalacrime con 10 mile stereo, tra Stereolab e Blonde Redhead, e Take Care, in cui la melodia tracciata dall’organetto vintage è tra le più commoventi mai scritte dai bh. Per molti, Teen Dream è il disco della maturazione, consacrazione, per me il disco della svolta pop, del salto nel mainstream, pompati da pitchfork e non solo. Inferiore a Devotion.
P.S. a dicembre è uscito un singolo I do not care for the winter sun, una cantilena natalizia, un abbozzo, un frammento svogliato e senza meta, smarrito. Allora la domanda che sorge è più che lecita: quale sarà la prossima strada che intraprenderà il promettente duo di Baltimora?

http://www.myspace.com/beachhousemusic

3 commenti:

  1. Non male.
    Sono a secco di gruppi "recenti", ascolterò devotion ehehe.
    (Però ogni tanto metti un punto!)

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  2. sono moraviano, devo disintossicarmi dai punto e virgola.

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