febbraio 11, 2011

Cinque dischi dell’anno che fu, duemiladieci.



Secondo disco: chelsea wolfe. Ἀποκάλυψις. baby birch records. experimental rock folk goth industrial spiritual realm funeral songs California.

La grande sorpresa del duemiladieci viene dall’altra sponda americana, West Coast, California per l’esattezza. Il nome da tenere a mente è Chelsea wolfe, da Los Angeles, già terra fosca e visionaria di Zola Jesus, altra chanteuse dark che spopola da un paio d’anni nell’underground witch-house americano. Il primo lavoro della black lady californiana, The grime and the glow, album più introverso e sporco rispetto al successivo Ἀποκάλυψις, viene distribuito in sole 500 copie dalla sconosciuta Pendu sound, mentre Ἀποκάλυψις, per il momento, resta scaricabile in digitale e circola illegalmente nei vicoli reconditi del web. I hope, someday, Aποκάλυψις will be out on vinyl .. i think in 2011.. for now "The Grime and the Glow" is out on pendu sound on vinyl 28 dec .. keep well .. è stata la sua testuale risposta ad una mia mail, in cui chiedevo la possibilità di avere il suo disco. Ma ci sono buone notizie perché l’australiana Baby birch records sembra essersi fatta avanti per stampare questo disco oscuro, tenebroso che si presenta con un’ouverture estrema, che spaventa e disorienta: Primal/carnal, ovvero ventiquattro secondi di feroci urla brutali. Frastornati, ci si ritrova avvolti da Mer, il secondo brano, dove Chelsea danza con la sua voce penetrante sulle note della chitarra spartana e tagliente, che affonda lentamente la lama in Tracks (tall bodies), terzo brano del disco. Il binomio iniziale sembra voler riscaldare l’orecchio dell’ascoltatore, prepararlo a discese abissali come quella di The wasteland: un vertiginoso incrocio tra gli ultimi Portished, quelli ossessivi - visionari di Third, e i Radiohead di inizio millennio; ecco, senza dubbio, il primo capolavoro dell’album. Presto incalza Moses, un riff tetro e martellante alla Black Sabbath ( ancor più distorto e amorfo nella primitiva versione contenuta in The grime and the glow ) su cui s’insinua la voce rantolante della donna dagli occhi spiritati, scesa sulla terra per cantare l’apocalisse; “ burning like the sun” ripete disperata e strisciante come una vipera immortale. A metà disco spunta la frenetica Demons, una vecchia Polly Jane Harvey in preda a crisi epilettiche, mentre con la successiva Friedrich Shain è tempo di rifiatare: rapida risalita dal profondo scantinato per rincorrere un piccolo spiraglio di luce, dopo tanto buio; il brano ricorda ancora i Radiohead, tra There There e sprazzi amnesiaci e sonda il terreno per i sette minuti di Pale on Pale, la funerea ballata che incanta, la macabra visione di pratiche cannibali (riecheggiano le urla dell’intro), il momento più alto dell’intera opera. La strumentale To the forest, towards the sea ci deporta con sferraglianti treni in territori lontani, troppo lontani, campi di concentramento siberiani ?, dove ci attende una silente doccia gelata, “ What’s happening to me? ”. In chiusura si viene cullati dalla pregevole Movie Screen : cori soffusi in apertura che via via si fanno sempre più struggenti, scavati dalla graffiante chitarra e dalla voce dilaniante che, lontana e solitaria, canta “ don’t you ever cross that bridge in your mind again ( it’s like a movie screen)”, ed è un finale di sublime schitarrare ululante e un lacrimare, lacrimare, lacrimare ! Colonna sonora di un film dell’orrore proiettato nella nostra mente, oramai, ammorbata, distorta. Disco dell’anno, duemiladieci naturalmente.
P. S. sottolineo la cover di You are my sunshine di Jimmie davis o Oliver hood ?, canzone popolare della Louisiana datata 1939, solare melodia del sogno americano, qui, spezzato, frantumato, deriso in una triste litania che non lascia speranze. Chelsea Wolfe ha le palle e le mostra nel coverizzare Black spell of destruction di Burzum; niente male come biglietto da visita, vero?

http://chelseawolfe.bandcamp.com/album/- qui è possibile ascoltare l'album

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