febbraio 16, 2011

Massimo Volume



12/2/2011 – Auditorium Flog, Firenze

Cominciato negli ultimi mesi del 2010, il Cattive abitudini tour (dal titolo dell’ultima fatica del gruppo) aggiunge date su date, tocca un po’ tutta Italia, Firenze compresa. Ogni volta che si assiste ad un live dei Massimo Volume l’aria è sempre gravida di promesse, incrociamo sguardi nervosi e distesi allo stesso tempo. Ci si aspetta non qualcosa ma QUELLA cosa. Tutto ciò è (in)consciamente legato alla parabola - non solo artistica - dei Nostri: quella parabola che i fan della “vecchia guardia” ben conoscono e che li ha portati a covare, desiderare e alimentare una piccola ma fervente attesa che chi scrive ha ugualmente nutrito quando li ha scoperti nel 2004, quando i giochi erano ormai fatti e arrivava solo l’eco di un gruppo capace di “creare e uccidere un genere nello stesso istante: nulla di simile prima, tutto simile dopo”. E in effetti ad oggi, il seguito dei Massimo Volume si è notevolmente allargato, non c’è più quell’effetto di diffidenza (ma sempre rispettosa) legata alla tecnica di non-canto di Emidio “Mimì” Clementi.
Nonostante la musica sia la forma d’arte più caduca che esista, non ci prende per il culo (o forse si?) e l’attesa finisce. Le distanze del tour si fanno sentire e al di là di indimenticabili performance (Bologna nov. 2008, il primo live registrato subito dopo la reùnion e la data del 2009 al “Ferrara sotto le stelle” con ospite Faust’o) la band a tratti appare comprensibilmente stanca. Alcuni brani (Coney Island, Litio, La bellezza violata, Fausto) vengono eseguiti perfettamente ma suonano freddi, compassati, quasi un compito a casa. A creare una sorta di equilibrio ci pensano Le nostre ore contate, Via Vasco de Gama, In un mondo dopo il mondo: eseguiti con decisa attitudine, potenti e con grande espressività. Finalmente ci riempiamo un po’ le orecchie oltre che l’animo. Concetti questi, ribaditi nel bis, la “vecchia guardia” appunto, forse il miglior momento in tutto il live (Il primo Dio, Il tempo scorre lungo i bordi, In nome di Dio, Stanze, Fuoco Fatuo e la coda finale di Ororo). Ma non lasciamoci ingannare, forse è l’irruenza dei brani ripresi dagli album precedenti a riscattare in qualche modo la serata non al meglio del gruppo. Ascoltarli comunque non fa mai male, il nostro immaginario ne esce rinvigorito cosi come la nostra esperienza (“Perché siamo stanchi di novità!”). La loro forza sta proprio in questo: predispongono e invogliano all’ascolto, anche perché qui non si parla di un testo su musica, no; storie di vita vissuta e non, perfettamente integrati con un tessuto musicale mai banale e che ha la forza di risultare sempre nuovo. Il carisma mai invadente di Mimì, il lavoro duro e puro di Egle Sommacal alle armonie e l’eleganza ai tamburi di Vittoria Burattini. E poi il vero valore aggiunto alla formazione, Stefano Pilia; background da sperimentatore e indagatore degli spazi sonori, non si sottrae nel supportare il già citato Sommacal con trame e giochi tematici, fino alla sovrapposizione di questi, all’armonia quindi. Insomma, live godibile. All’epoca di ‘Stanze’ pensavamo veramente di cambiare la musica italiana”. Cosi Emidio Clementi, qualche tempo fa in un’intervista. Non vi sbagliavate.

L’intervista completa ad Emidio Clementi la trovate qui: www.soluzionisemplici.net/emidio-clementi/
Inoltre, consigliamo la lettura della prima biografia del gruppo: Andrea Pomini, Tutto qui, la storia dei Massimo Volume, Arcana edizioni, 2010.

Brother James

3 commenti:

  1. Il live con Fausto Rossi è stato qualcosa di indescrivibile. Il libro molto bello nonostante alcuni problemi di editing.

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  2. Attendo fiducioso il loro concerto a Colle Val d'Elsa

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  3. Tra l'altro, sul tubo gira un documentario anche...dovrebbe intitolarsi "Stagioni"...

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