marzo 01, 2011

GHOST - Opus Eponymous

 
  1. Deus Culpa
  2. Con Clavi Con Dio
  3. Ritual
  4. Elizabeth
  5. Stand by Him
  6. Satan Prayer
  7. Death Knell
  8. Prime Mover
  9. Genesis

Ovvero adorare Satana con la gioia nel cuore.

Esordio col botto questo dei Ghost, gruppo sorto dal nulla nel 2010 e che, dopo una demo e un singolo, pubblica nell'ottobre scorso Opus Eponymous per la Rise Above. Dei componenti non si sa nulla per loro stessa volontà, tranne la loro terra di provenienza, la Svezia (anche se circola voce che dietro il progetto ci sia l'inglese Lee Dorrian, ex Napalm Death e Cathedral e proprietario della Rise Above).

Le loro canzoni hanno una struttura essenziale, di chiara ispirazione seventies (Blue Oyster Cult, Pentagram, Sabbath), la voce richiama alla mente quella di King Diamond (storico cantante dei Mercyful Fate) ma è meno aggressiva, votata completamente alla melodia. Il riffing è articolato ma senza virtuosismi nè parti particolarmente aggressive, la batteria è essenziale ed efficace, mentre gli inserti di hammond accompagnano la voce che predomina sul tutto, che si imprime nella mente e invoglia a canticchiare, come se stessimo ascoltando delle hit pop.
Apre il disco Deas Culpa, introduzione di solo organo alle invocazioni a Satana che seguiranno per tutta l'opera: "Lucifer, We Are Here For Your Praise", inizia così Con Clavi con Dio (probabilmente la canzone peggiore del lotto), un concentrato dei clichè del genere ma con la caratteristica che accompagnerà tutti i brani, ossia l'orecchiabilità delle parti vocali.
Il livello qualitativo si alza con Ritual, che ci regala dei riffoni che più anni settanta non si può e un ritornello terribilmente accattivante, lo stesso discorso vale per Elizabeth e gli altri pezzi: Stand By Him, Satan Prayer, Death Knell e Prime Mover. Tutte composizioni non particolarmente originali ma di sicuro impatto.
Discorso diverso per l'ultima traccia, la stupenda strumentale Genesis, che per i suoi quattro minuti ci accompagna a suon di hard prog e in cui vien fuori, a tratti, il gusto per la melodia tipico di alcune band della scena death metal svedese.

I sei sacerdoti neri, insomma, ci regalano un disco piacevolissimo da ascoltare e soprattutto da non prendere troppo sul serio, ottimo da sparare a tutto volume nei momenti di cazzeggio estremo, tra una birra e l'altra.
 
P.S. Attenti, potreste ritrovarvi a cantare Satan Prayer in posti non adeguati... e allora sarebbe compiuto il loro proposito: "Specific attention will be paid to targeting people (research suggests these are most likely to be adolescents) who have a void in their life, perhaps caused by some form of emotional trauma or upset. This can be alluringly filled by the music and philosophies of Ghost. In time, these easily manipulated children will come to share the views and goals of the Ghost ministry and can prepare their own plans for the downfall of humanity..."

Ritual live 2010 at Hammer of Doom IV 

 

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