marzo 19, 2011

Sonic Youth – Sonic death (Early sonic 1981/83)


Esiste un nutrito credo tra i fan dei Sonic Youth che afferma come nella vastissima discografia di uno dei gruppi più influenti della storia del rock ci sia una sorta di “santissima trinità”. Una linea immaginaria dopo la quale qualsiasi parola aggiunta o tolta a quanto si è già detto può portare al peccato. Lungi dal voler rileggere pagine e pagine di recensioni, critica e wikipipponi tra i quali ci si può benissimo perdere in giudizi sommari (o totalizzanti) è utile anche capire come quella “santissima trinità”, quel tempio insomma è stato costruito. All’indomani dell’uscita del primo crisma, Confusion is sex (siamo nell’83) i Nostri bazzicano e non poco l’underground della Grande Mela, sempre interessati a quello che avveniva in ogni buco di culo che si possa definire artistico. Frequentano Lydia Lunch e tutti quei bravi teppisti della no wave e sono attenti anche a quello che succede nel resto degli States. In particolare Moore è attratto in maniera viscerale dal fenomeno dell’hardcore e dalla sua etica. E proprio nell’83, in pieno spirito DIY fa uscire per la sua etichetta (la Ecstatic Peace!) questa chicca, che verrà ristampata su cd sia dalla Blast first che dalla mitica SST, Sonic death (Early sonic 1981/83). L’album non riporta i titoli delle tracce ed è diviso in due lunghissime suìte intitolate semplicemente Side one e Side two, evidentemente prese di peso dal precedente formato a nastro. All'interno del booklet non c'è alcuna informazione utile, solo un collage di foto e nient’altro e questo è un bene per l’ascolto (sul web potete trovare la suddivisione interna delle tracce comprensiva di minutaggi). I brani in questione fanno parte dei due album e dell’EP precedenti, suonati tutti in occasioni live e appiccicati letteralmente uno dietro l’altro senza soluzione di continuità. Un’orgia continua di suoni, stupri chitarristici, grida e mantra provenienti da spazi sonici tanto vicini quanto irriconoscibili, clangori deleteri e dilatazioni ipnotiche: claustrocacofonia dalla quale sbucano fuori autentici gioielli di terrorismo musicale (Kill yr. Idols al minuto 48 ca.). Un vortice continuo che s’interrompe solo in alcuni momenti in cui la band dialoga durante il tour o quando nel bel mezzo di un live si ascolta il mormorio del pubblico o un suono di campane, siano esse vere o frutto dell’ingegno di Lee Ranaldo aiutato magari da dei cacciaviti. Robaccia non da poco, autentico avanguardismo alternato a momenti di giochi virtuosi e autolesionisti. In effetti, per quanto si possa ascoltare attentamente è difficile descrivere questo lavoro in maniera univoca: qualcosa a metà strada tra le migliori cavalcate degli Shit and Shine ma molto meno coerenti che converge con l’approccio ignorante, anarchico e gioiosamente sconclusionato delle Shaggs. Ma potrebbe benissimo essere preso per quello che è: da un lato il bisogno di sentirsi parte di una scena artistica, forse una delle più belle giunte dagli USA; dall’altro forse un cazzeggio puro e semplice ad opera di Thurston Moore. E se cosi fosse potremmo tranquillamente benedire queste registrazioni perché rendono efficacemente quale sia stato il punto di partenza di questa band nel loro lunghissimo percorso fino ad oggi: un universo sonoro vivo e livido, gioioso e distruttivo, allo stesso passo in cui si muove l’animo umano.


Il disco è quasi introvabile, qualche copia spunta fuori cercandola su ebay ma il costo non è proibitivo. Su megaupload si fa prima: www.megaupload.com/?d=0667WU80

3 commenti:

  1. Una piccola bomba da spararsi rigorosamente in cuffia a volumi inverosimili!

    RispondiElimina
  2. Thurstone Moore nel lontano 1988 disse che Today dei galaxie 500 era il miglior album di chitarra dell'anno. un motivo in più per stimarlo.

    RispondiElimina
  3. Grande recensione che rende il suono e penso anche l'intenzione dei SY, disco in download

    RispondiElimina