marzo 22, 2011

Cinque dischi dell’anno che fu, duemiladieci.

Quinto e ultimo disco : no joy . ghost blonde . mexican summer . shoegaze / dream-pop .


Se non amate il periodo a cavallo tra gli ottanta e i novanta, quel barbaglio miracoloso, dove cadde un muro di cemento e se ne innalzarono altri di chitarre, potete evitare di leggere quanto segue.

I No Joy sono una band canadese messasi in mostra nel duemilanove con il mediocre singolo omonimo ( No summer / No joy ) ed è al debutto lungo nel duemiladieci con Ghost Blonde: la formula è semplice e già nota, shoegaze + dream-pop. Abusata e imposta da discografici imbonitori, negli ultimi anni ha prodotto spesso band anonime, cloni amorfi e manichini da copertina. Ma in Ghost blonde c’è qualcosa di più di una semplice posa o di un ritornello tormentone, un agglomerato che rapisce, affascina chi ascolta. Sin dalle iniziali note psicotrope di mediumship, che si libra lieve e spensierata sotto lo schitarrare incessante, s’avverte la magia che ci trascina al primo singolo estratto, headless, cavalcata degna dei Lush al massimo dello splendore, quelli di superblast! per intenderci. Maggie says I love you rimanda alla neozelandese Tamaryn e al suo disco The Wave, altro gioiellino del duemiladieci rilasciato dalla Mexican summer, attenta etichetta newyorkese. You girls smoke cigarettes ? col suo ritmo serrato e voce distorta sembra omaggiare i connazionali Broken Social Scene, ed è un tributo che fa sussultare. Pacific pride è un sogno ad occhi aperti:prendete gli slowdive più poppeggianti plasmateli negli anni zero, ci siamo quasi. Il tempio onirico costruito con classe sopraffina con questi delicati cinque “mattoni” dreamy viene distrutto da un missile in pieno stile Isn’t anything, Hawaii : svetta a metà disco con strofa sibilante e ritornello tagliente e una chitarra sulfurea che si dissolve nel placido finale in cui sembra errare stremata, raminga. La stessa che, vaporosa, risorge cullando la voce rarefatta in Indingo child, una reprise dell’atmosfera visionaria e impalpabile di Pacific pride, un deliquio prima di rientrare in carreggiata con l’aggressiva Still, gemma uscita dal cilindro magico di Kevin Shields. Segue un minuto di stasi sospinta da lontani refoli gitani figli di Pygmalion (Slowdive), untitled brano strumentale foriero di un sacro finale, ghost blonde: title-track, ballata lushiana e languida, con soffici chitarre duettanti e duellanti che sprigionano zaffate chapterhousiane.

Tributo ai My bloody valentine, per le chitarre rumorose e affilate, e ai Lush, per le voci ammiccanti e sussurrate, verrebbe da sghignazzare a primo acchito, ma le due biondone di Montreal hanno carattere e inventiva, insomma ! non è un disco ingenuamente scopiazzato da Shields e soci, ma vive e risplende di luce propria con ricamate trame preziose che riescono a scuotere, commuovere senza declinare in un mero citazionismo truffaldino. Del revival shoegaze che aleggia negli ultimi anni, sicuramente un posticino, nella classifica “briciola di originalità”, dietro ai fenomenali A Sunny Day in Glasgow, per i No Joy ci sta tutto. Un debutto niente male che fa ben sperare, sognare in un periodo buio dove tutto sembra essere già stato scritto.

Qui termina la breve rubrica cinque dischi dell’anno che fu, duemiladieci, un duemiladieci che apre un nuovo decennio lasciandosi alle spalle una decade che ha visto, fondamentalmente, la virata elettro-isterica dei Radiohead, la vulcanica esplosione e implosione dei Sigur Ros, il proliferare di un sottobosco di band post-rock e di zuccherose melodie scandinave, la consacrazione del bluesman bianco Jack White e l'ordinario e rapido passaggio di vivide meteore dette next big thing. Un decennio capace d’inventare un unico suono realmente geniale (o quasi) che lo possa marchiare: il dub-step, nell’ultimo lustro; il resto è un coacervo di sbiadite fotografie datate. L’hypnagogic-pop, figlio del lo-fi da cameretta di Ariel Pink, è il genere à la page che spopola da un paio d’anni a questa parte e già sembra essersi esaurito, annientato, spirato: “musica che sogna il futuro sognando il passato”, ”canzoni del futuro che vengono suonate col più vecchio stereo del mondo” hanno decantato i critici. Abbiamo toccato il fondo ? O semplicemente questo “nuovo” suono sfuocato e ovattato, detritaceo impasto di sonorità radiofoniche anni settanta-ottanta e drum machine di ultima generazione è il distillato di una malinconia, artificiale, chiave del nostro presente ? La risposta risiede nel futuro, nel decennio appena sbocciato, quindi non ci resta che attendere.


http://www.youtube.com/watch?v=joj2vaImkn0per ascoltare Maggie says I love you;
http://vimeo.com/groups/3950/videos/16643410 per ascoltare e vedere il video di Hawaii;
http://www.mediafire.com/?l16be10e9bqxk11 per scaricare il disco.

16 commenti:

  1. non ci resta che piangere.

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  2. oppure rifugiarci tra droni e field recordings.

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  3. Senza troppe pretese un buon disco ma nulla più, attendo il secondo album a questo punto. Pochissimi gruppi shoegaze hanno saputo mantenere un certo livello senza diventare la brutta copia di sè stessi (MBV e Slowdive su tutti, nutro un personalissimo culto verso gli Swervedriver che non sono shoegaze ma in fatto di duetti e duelli di chitarre ne sanno qualcosa...)

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  4. anche a me piacciono molto gli swervedriver di raise. l'album dei no joy è un buon disco, una speranza per il futuro.

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  5. (adoro il tuo nickname)

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  6. Beh qualcosa di "nuovo" (per quanto il concetto di novità sia sempre relativo all'interno del panorama musicale) il decennio degli anni zero l'ha portato. Non credo ci si possa limitare a questo. Tra tutti mi vien da pensare ad almeno due gruppi che possono essere tramandati ai posteri per aver prodotto lavori che non risultino scopiazzature del passato. Mi riferisco ai primi tre album dei Liars ed ai Tv On The Radio. Poi ovviamente per capirne la portata bisogna far passare del tempo...

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  7. fondamentalmente il suono nuovo degli anni zero è il dub-step, secondo me.

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  8. Ma per "nuovo" intendi che è quello identifica al meglio gli anni 00 o che è l'unico "genere" (brutta parola) che è uscito in questo periodo?

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  9. identifica al meglio ed è un suono fresco: Burial - untrue.

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  10. Non so quanto possa essere considerato innovativo...penso ad esempio ai Massive Attack che decenni fa hanno già dato questo tipo di lezioni...se dovrei fare un nome penso che i Tv on the radio (tutti i dischi senza dubbio) abbiano un'efficacia sintesi di un suono che possa definirsi attuale.

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  11. cazzo, per me questo è un gran bel disco !
    http://www.youtube.com/watch?v=eI8kJ1uWTNc&feature=related compratevi delle cuffie buone e sparatevela a palla nelle orecchie.

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  12. sostituisco geniale con nuovo,ecco era quella laparola che cercavo. trovata !

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  13. ho sostituito nuovo con geniale, tutto qui. goditi il disco.

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