marzo 10, 2011

cinque dischi dell'anno che fu, duemiladieci



Quarto disco: eluvium. static nocturne. watership sounds . ambient-drone.





Eluvium è Matthew Cooper quando crea, quando incanta. Compositore americano originario di Portland, ma di casa a Louisville, debutta nel 2003 con Lambent Material, opera a metà strada tra il maestro Brian Eno e William Basinski; auscultare under the water it glow, impronta dell’inconfondibile pòiesis di Eluvium. Eluvium è anche Matthew Cooper quando si siede davanti ad un pianoforte e pigia, con grazia, quei tasti bianchi e neri: An accidental memory in case of deaths, ventisei minuti e ventisei secondi di sensibilità classica e frammenti di silenzio, a(t)tratti. Passa ancora un anno, 2005: Talk amongst the trees conferma il talento dell’artista, con il brusco ritorno alle origini, alle ondate di chitarra e tastiere, al primordiale rumorismo romantico: everything to come, show us our homes, one.

Due anni di silenzio, un’eternità.

Siamo nel 2007 quando viene rilasciato il quarto disco di Eluvium, Copia, il suo capolavoro, probabilmente. Tra droni celestiali e ballate al pianoforte ( Indoor swimming at the space station, Prelude for time feelers, Radio ballet ) e l’incremento di archi e fiati ( Ostinato ), si ha la sensazione di ascoltare un album più corposo, concreto, quasi tangibile. Un anno più tardi, Eluvium ha l’arduo compito di ripetersi, dimostrare il suo valore; palla da un lato e portiere dall’altra: Smiles. Sempre marciando lungo il sentiero ambient mostra una timida sterzata cantautoriale, così gradiamo, per la prima volta, la voce di Mr. Cooper intersecarsi con una sezione ritmica. Senza alcun dubbio non è il miglior Eluvium, ma è pur sempre un tentativo di evoluzione rilevante. Dopo sette anni di sodalizio con la Temporary Residence Limited, Eluvium sbarca sulla Watership Sounds, e pubblica Static Nocturne, il 15 ottobre del 2010 in edizione limitata. Il disco si compone di un'unica traccia, cinquanta minuti e otto secondi, che ripercorre i fasti del già citato e acclamato Talk amongst the trees. Una lunga cavalcata Basinskiana, sbilanciamoci: The garden of brokenness, il miracolo firmato Basinski; pura visione ipnagogica - un terremoto squarcia la terra, l’oceano avanza, una nave strombazza lontana, biglietto di sola andata ! biglietto di sola andata !, bagliore di luce, grandine e grandine che picchia feroce, poi il naufragio, il naufragio tormentoso di corpi impalpabili, evanescenti sull’abisso. Ascoltando Eluvium si viene assorbiti da un vortice ascetico, un limbo illibato di riconciliazione con sé stessi e con la natura dove spazio e tempo sono puri significanti senza significato, non esistono.

Eluvium è anche Matthew Cooper quando ci regala scosse notturne, amene “elettriche” emozioni come queste:
http://www.youtube.com/watch?v=yAeH5nr0c_s

6 commenti:

  1. non parli molto del disco e la parte finale è delirante,ma mi è piaciuta

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  2. conosco "Copia", molto bello, questo lo ascolterò molto presto, stanotte.

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  3. vero, parlo poco del disco, ma ho voluto creare un percorso che "spiegasse" l'ultimo lavoro di Eluvium. questo disco, infatti, trae luce proprio dalle origini artistiche di Mr. Cooper, è la conclusione, forse, di un ciclo iniziato otto anni fa. tra i suoi album preferisco su tutti Talk amongst the trees, disco con il quale ho scoperto Eluvium, disco che consiglio vivamente.

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  4. disco e recensione profondi e sinceri, lo riascolterò diverse volte per capirlo il più possibile

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  5. cavolo,visione ipnagogica o previsione disastro in Giappone?

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