giugno 06, 2011

Folk Bottom vol.1 - 10 capolavori del folk-psichedelico europeo





































L’idea di Folk Bottom è quella di una rubrica interamente dedicata al folk-psichedelico, ed in generale ad un folk piu’ strettamente sperimentale ed impegnato, lontano dalla classica forma delle ballate di stampo americano, e piuttosto volto ad ampliare le sue possibilità espressive sia estendendosi nel tempo che abbracciando le innumerevoli sfumature sonore di contesti culturali diversificati. Un folk di spirito romantico, visionario e fiabesco, che abbraccia una poetica volta ad identificarsi con le impressioni della natura, di cui riproduce suoni ed effetti, ora pacati e sereni, ora onirici, ora aleatori e chiaroscurali. Con “folk” potremmo intendere allora un elemento minimo di tradizione sonora e con “psichedelico”, non tanto o non solo i richiami con il rock-psichedelico, ma soprattutto il concetto di “apertura”, di qualcosa che innesta su quell’elemento di partenza tutta una serie d’influenze sonore appartenenti ad aree geografiche di tutto il mondo. Musica celtica, ritmi africani, misticismo orientale, blues, country, calore latino, tradizione classica e quant’altro…possono fondersi con il jazz , il rock e l'elettronica producendo di volta in volta ibridi affascinanti, ora complessi, ora semplificati ma di formula efficace. Folk Bottom appunto…il fondo del folk…da intendere quasi o anche come la fine del folk…o meglio immaginare qualcosa che va ben oltre il folk come potremmo essere abituati a pensarlo. Quello del folk-psichedelico fu una poetica che interessò soprattutto gli anni Sessanta e Settanta ma non mancano oggi validi esempi di fusione che testimoniano il voler comunque rifarsi a certi valori, che, in una società sempre più globalizzata e industrializzata, vogliono piuttosto ricondurre alla pace e al profumo della madre-terra. L’idea è dunque di creare un ponte di ricerca tra passato e presente, cercando di far sempre fronte ad una concezione ampia di folk…testimone soprattutto di una giocosità creativa e di una lucida osmosi tra ragione e follia, chiaramente difficile da spiegare con il solo potere della parola. In questo primo appuntamento si passano perciò in rapida rassegna 10 lavori che con merito possono essere valutati tra i massimi capolavori del folk-psichedelico europeo nella sua stagione d’oro. Nei lontani anni Sessanta quella suggestiva poetica musicale s’insinuò soprattutto nell’amore trionfante di tante comuni hippie e forse è proprio all’interno di una sentita necessità di creatività collettiva che vanno individuate le sperimentazioni più incredibili e coinvolgenti, misteriosi sbocchi musicali di concezioni di vita alternativa.




Una sorta di manifesto assoluto di visionarismo potrebbe essere quello di cui erano affetti Robin Williamson e Mike Heron della scozzese Incredible String Band. Tutta la purezza della loro genialità è racchiusa nell’album The Hangman's Beautiful Daughter del 1967. Il loro mondo fiabesco è abitato da minotauri, rivestito da giardini incantati, e musicato da una miriade di strumenti di gusto esotico…e la luce del sole è l’unica guida della loro avventura esistenziale, come ben si evince dal cantato insistito nella lunga A Very Cellular Song, uno dei massimi vertici dell’arte freak dell’epoca. Vicino alla Incredibe String Band sono le atmosfere che sprigionano dall’Irlanda i Dr.Strangely Strange, specialmente con l’album Kip Of The Serenes del 1969. Sempre in terra anglosassone si distinse la cooperativa artistica della Pricipal Edwards Magic Theatre, con una proposta intrigante a cavallo tra teatro, circo, danza e folk “progressivo” di ricamata fattura, esemplare in Soundtrack del 1969, che include la bellissima Sacrifice. Del 1971 è invece l’immenso First Utterance dei Comus, artefici di un' immagine di folk d’avanguardia assolutamente personale e mai ripreso da nessun altra formazione; un’immagine fatta di momenti di delicato lirismo, animata da tribalismo percussivo e tradizione folklorica nord-europea. I passaggi di rara bellezza sono nella lunga suite The Herald di 12 minuti…e nelle sfrenate danze di Diana, Drip Drip e Song To Comus. Nel circuito “underground” londinese fu davvero atipico anche il progetto della “banda del terzo orecchio”, ovvero della Third Ear Band, volto a un recupero innovativo delle sonorità medio-orientali (persiane in primis) all’interno di un quadro dove gli elementi da musica da camera sono ormai distensioni ipnotiche e intrecci psichedelici infiniti. L’omonimo album del 1970, anche conosciuto come quello dei 4 elementi empedocliani (Air, Water, Fire, Earth) è forse l’esperimento più maturo, dove appare chiaro che il recupero di certe sonorità lontane non è superficiale, ma che la sua piena comprensione è tale da far nascere "tappeti" radicalmente nuovi per l’ascoltatore. Altro polo di sperimentazione privilegiata fu la Germania dove nel 1972 uscì il bellissimo primo album degli Hoelderlin. Reqiem für einen Wicht e Traum sono le perle di questo Holderlins Traum, capolavoro del folk teutonico e figlio di un’autenticità artistica ineguagliabile, dove il flauto, il violino, e l’angelica voce femminile sono i tramiti trascendentali preferenziali. Altro disco importante del circuito tedesco fu l’omonimo dei Broselmaschine dell’anno precedente, frutto della fantasia del pluristrumentista Peter Bursch. Mentre dalla prima costola degli Amon Duul fu prodotto il flusso chitarristico di Paradieswärts Düül, con la lunga e meditativa Love Is Peace di 17 minuti…preludio vitale di un viaggio imperdibile. Ed infine la coppia teutonica piu’ bizzarra ed influente del tempo… Il duo celebre Witthuser & Westrupp responsabili delle mirabili intuizioni raccolte in Trips Und Traume del 1971. Il brano Laßt uns auf die Reise gehn sarà interpretato anche negli anni ’90 dal duo (sempre tedesco) Fit & Limo…mentre le esplorazioni in Trippo Nova, Orienta e Karlchen rappresentano l’apice del loro immaginario spirituale. Dunque tanto era già stato detto nel’arco di pochi anni…ma un altro personaggio geniale doveva ancora arrivare…il suo nome era Simon Jeffes e questo arrivò nel 1976 inaugurando con l’emblematico Music From The Penguin Cafe la stagione felice dell’indimenticabile Penguin Cafe Orchestra, pioniera di tante fusion “world” future che saranno, a confronto, prive di mordente.





























Discografia


Comus / First Utterance 1971



The Incredible String Band / The Hangman's Beautiful Daughter 1967


Dr.Strangely Strange / Kip Of The Serenes 1969


Principal Edwards Magic Theatre / Soundtrack 1969


Third Ear Band / Third Ear Band 1970


Hoelderlin / Holderlins Traum 1972



Broselmaschine / Broselmaschine 1971


Amon Duul / Paradieswärts Düül 1970



Witthuser & Westrupp / Trips Und Traume 1971


Penguin Cafe Orchestra / Music From The Penguin Cafe 1976



4 commenti:

  1. Mondi incantati che non svaniscono mai...

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  2. GRANDE INIZIATIVA..manca, secondo me, il gruppo di clive palmer C.O.B.

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  3. Anche i Mellow Candle..

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  4. quello dei C.O.B...Spirit Of Love è un'altra perla del periodo come Swanging Song dei Mellow Candle...ma dovevo fare una selezione...
    sicuro questi due dischi avranno il loro spazio nei prossimi appuntamenti!
    io amo tutti questi dischi...
    ma Comus e Incredible sono la vera terapia!!!

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