maggio 02, 2011

Meteore: un treno scarlatto nella grigia Scozia



Band: This scarlet train

Disco: Fimbria

Etichetta: Nightshift Records

Anno: 1987







La Scozia nella prima metà degli anni 80 è una fucina di band interessanti, ma citerò solo quelle che hanno giocato un ruolo primario influenzando la piccola meteora dall’affascinante nome di This Scarlet Train. A Glasgow nell’85 infervorano le chitarre dei Jesus And Mary Chain che con il folgorante debutto lungo di Psychocandy raggiungono un successo gigantesco in tutta la Gran Bretagna; i fratelli Reid, spocchiosi ragazzi dal volto glabro e chioma spettinata, sostengono un po’ pretenziosi di aver prodotto il miglior disco degli ultimi vent’anni. I The Wake con alla tastiera l’onnipresente Gillespie propongono ad inizio carriera un crepuscolare post-punk contaminato dai primi vagiti della new wave con l’eppì Harmony; successivamente la band virerà verso un synth pop melodico, tra Pet Shop Boys e New Order, con il disco Here Comes Everybody prima di sbarcare alla corte della Sarah Records con il singolo Crush the flowers e la splendida B-side Carbrain . Ad Edimburgo Paul Haig dei Josef K, scimmiottando Ian Curtis in It’s Kinda Funny, raggiunge la dodicesima posizione nelle chart britanniche scuotendo il dominio delle band inglesi; è il primo passo importante per la label indipendente Postcard Records che promuove il rivoluzionario “suono della giovane Scozia”. Nella piccola regione del Falkirk, teatro di scontro per l’indipendenza scozzese dagli inglesi nel lontano 1298, s’impone il supergruppo This Mortal Coil di sir. Ivo-Watts Russel, fondatore della storica 4AD, con fosche ed eteree partiture dark e i Cocteau Twins che con Treasure concepiscono il manifesto del loro epico dream-pop. Proprio in questa terra di mezzo tra i grandi centri di Glasgow ed Edimburgo, nel 1986 nascono i This Scarlet Train, ex membri degli Shadowplay (misconosciuta band post-punk), che nell’autunno dell’87 rilasciano Fimbria per la Nightshift Records di Brian Guthrie (fratello di Robin dei Cocteau Twins). L’eppì si compone di sei tracce che si muovono tra atmosfere dark rimpolpate dal basso funereo e atmosfere incantevoli impreziosite dalla voce di Stuart Nelson e tornite dalla chitarra jangle di Robert Polson.

L’arpeggio ricamato con estrema grazia nell’iniziale Picture Frame è un deliquio nostalgico dove il tempo, incolpevole - time, time, time is not to blame - ha sbiadito vecchie immagini scalfite nella memoria - I’ve got my picture frame. Un basso cupo memore dei primi Dead Can Dance e una batteria avvolta in un oscuro alone di eco (ricorda quella di Decades dei Joy Division) scandiscono la triste litania di Autumnhood, il brano più dark del disco. A metà eppì, tra tinte fosche e repentini bagliori, si staglia l’ottovolante Candice, mentre in Kistvaen una chitarra vaporosa e un basso cavernoso ci trascinano in una vortice asfissiante, una vertiginosa discesa negli inferi, le infime strade scozzesi bagnate di sangue ed eroina. Ci si risveglia sudati dall’incubo con Still Rain, una toccante ballata che strizza l’occhio ai Cocteau Twins e su cui Bobby Wratten ha fondato la sua lunga carriera dai The field mice ai Trembling Blue Stars. Nel finale si erge la danzereccia Lilyhaze in cui Nelson sembra essere posseduto da una malcelata inquietudine: la voce si libera da un peso opprimente sdoppiandosi e involandosi in un feroce finale cantato a squarciagola. E’ il commiato.

Fimbria è l’unico lavoro dei This Scarlet Train: Docherty, il batterista, nel gennaio dell’88 abbandona la band e successivamente Nelson fonda i Captain Trips mentre Polson appare nei Water Magnesium. Il misterioso percorso del treno scarlatto giunge al capolinea prima del previsto, in un inaspettato anticipo donandoci un indiscutibile capolavoro.

Ascolta il disco:

1. picture frame

2. autumnhood

3. candice

4. kistvaen

5. still rain

5. lilyhaze

scarica il disco

2 commenti:

  1. disco delicatissimo, still rain in particolare è da brividi

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  2. sono molto legato a questo piccolo disco. picture frame è la mia preferita, colonna sonora della scorsa estate.

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