maggio 24, 2011

Il colore venuto dallo spazio


"...Ci sono suoni che non possiamo percepire. A ciascun estremo della scala ci sono note che non fanno vibrare alcuna corda di quello strumento imperfetto che è l'orecchio umano. Sono troppo alte o troppo basse..."
"...E' noto ai marinai che un branco di balene che si scaldano o si rincorrono sulla superficie dell'oceano, a parecchie miglia di distanza l'una dall'altra, separate dalla convessità della terra, talvolta si immergono nello stesso istante: spariscono tutte in un attimo. Il segnale è stato dato...troppo basso per l'orecchio del marinaio in coffa e dei suoi compagni sul ponte...che tuttavia sentono le sue vibrazioni nella nave, come le pietre di una cattedrale sono fatte vibrare dal basso di un organo..."
"...Come avviene con i suoni, avviene anche con i colori..."
"... L'occhio umano è uno strumento imperfetto: la sua gamma è solo di poche ottave della 'scala cromatica' reale. Io non sono matto; ci sono colori che non possiamo vedere..."

Questi sono frammenti di alcune riflessioni conclusive del racconto "La Cosa Maledetta", scritto da Ambrose Bierce nel 1893.
Riflessioni non pensate e scritte dall'autore del racconto, ma dal defunto protagonista della vicenda: Hugh Morgan. Il suo diario viene analizzato dal Coroner, in presenza di oscuri giudici, al fine di riuscire a sentenziare la causa della cruenta e spietata morte di Morgan. La vista del suo corpo fatto a brandelli provoca solo vomito e nausea dei presenti. Chi ha fatto ciò? Mr. Harker è l'unico testimone, colui che ha assistito all'assassinio poichè ha accompagnato Morgan nel suo ultimo pomeriggio di caccia nel deserto americano. I suoi sensi però, possono solamente permettergli di raccontare ciò che ha visto: un corpo sballottato da destra a sinistra, avanti e indietro, scomparendo alla sua vista di tanto in tanto.
Verdetto dei giudici: Morgan ha avuto un attacco di cuore; Mr. Harker è abbastanza maturo per essere rinchiuso in un manicomio.
L'unico uomo a credere nell'esistenza di una malvagia Cosa invisibile è Morgan. Questo si deduce leggendo il suo diario. Eppure gli scienziati possono oramai dimostrare la presenza dei cosiddetti raggi "attinici": colori che l'uomo non riesce a distinguere. Questo significa che la Cosa esiste per l'uomo di Scienza, ma non per l'imperfetta mente dell'uomo comune; un cane percepirebbe la Cosa, grazie al suo fiuto acuto. Se delle bende coprissero i nostri occhi e qualcuno ci accompagnasse in un qualsiasi bagno di un treno fermo italiano (Trenitalia), non avremmo molte difficoltà a capire quanta urina ci si sta incollando sotto le nostre scarpe. L'odore crea immagini nella nostra mente. L'odore del pollo arrosto crea nella nostra mente l'immagine del pasto. Siamo esseri imperfetti e vittime dell'abitudine. Se il pollo, da oggi in poi, mutasse il proprio odore, continueremmo a mangiarlo? La fame ci porterebbe a tapparci il naso e a divorarlo comunque. Bisogna mangiare solo quando si è molto affamati. I serial killer potrebbero insegnarci qualcosa in merito.

Molto interessante è la storia del protagonista del romanzo "L'uomo invisibile" scritto da H.G. Wells nel 1897.
Il signor Griffin è un eccellente scienziato che dedica lunghe notti ai suoi ultimi esperimenti, che hanno come scopo la ricerca dell'invisibilità. Ovviamente ci riesce.
Fermatevi un attimo e riflettete su quello che sto per dirvi: cosa fareste da persone invisibili? Immaginate come potreste diventare milionari in breve tempo rapinando banche, oppure a quante Lamborghini potreste rubare facilmente recuperando le chiavi tranquillamente dal cassetto di una concessionaria; pensate a quanta gente potreste ammazzare senza esser visti oppure a quante mummie potreste rubare dal Louvre; riflettete su tutto ciò che diventerebbe più semplice possedere e fare da persone invisibili. Vi posso assicurare che è davvero divertente esserlo. Ma sappiamo tutti che i problemi e gli ostacoli, anche in questo caso, non ci farebbero attendere a lungo.
Se qualcuno scoprisse il nostro stato di invisibilità? Se il mondo intero lo scoprisse?
Caliamoci un attimo nei panni dei visibili. Non è molto difficile aver terrore e paura di una persona che i nostri occhi non vedrebbero. Non sapremmo come picchiarlo e catturarlo. L'uomo invisibile intanto girovaga nudo per le strade e quindi senza un paio di scarpe ai piedi o un cappello in testa o un paio di guanti o una canottiera che ci orienterebbero appena. Avremmo paura. La paura penetra dentro di noi e ci trasforma in killer senza pietà. Certo è che la paura unisce...la gente si allea contro l'uomo invisibile. Nessuno più ha la minima intenzione di accettarlo poichè è particolarmente diverso. Non è un africano nero, ma peggio...è un uomo invisibile. E da questo momento in poi la vita dello scienziato diventa un dramma. Ha creato un mostro da abbattere poichè pericoloso: ladro, delinquente, assassino, diverso, invisibile. Per strada non ti saluterebbe nessuno in due casi: restando completamente invisibili oppure travestendosi con bende, occhiali da sole rubati dai senegalesi e un cappello che servirebbe solamente a coprire un volto fantasma. Diventi ancora più invisibile e sospetto. Sarebbe davvero difficile trovare una donna che accetterebbe di fare sesso con un pene invisibile.
Insomma...nel momento in cui l'invisibilità diventa una mostrusità, all'uomo ignorante, senza un minimo di conoscenza scientifica e dannatamente superstizioso, non gli resta che eliminarlo dalla faccia della terra. Ma in questo caso l'assassino chi è? Vi propongo la risposta: la paura nei confronti della diversità.

Bene...come sempre accade (per quanto mi riguarda), leggendo romanzi e racconti della seconda metà dell'Ottocento mi ritrovo davanti a scrittori di alto livello letterario e di colta immaginazione.
Le mie, sono state semplici riflessioni sul tema dell'invisibilità, ma ovviamente vi consiglio di immergervi nei mondi creati dagli autori di queste opere d'arte, caratterizzati da gotiche atmosfere e un bel pò di sano umorismo nero.

Nota: il titolo dell'articolo riprende un racconto scritto da Lovecraft nel 1927 intitolato "The Colour Out of Space" che altro non è che una versione/omaggio arricchita di particolari de "La Cosa Maledetta" di Bierce. Infatti il protagonista del racconto di Lovecraft si chiama Ammi, diminutivo di Ambrose (Bierce).

I titoli originali dei libri presi in questione sono:
- "The Damned Thing" di Ambrose Bierce (1893)
- "The Invisible Man" di H.G. Wells (1897)


7 commenti:

  1. hai scoperto sostanze nuove?
    la recensione mi è piaciuta, consiglio di Bierce An occurrence at owl creek bridge
    http://www.scribd.com/doc/3087233/ambrose-bierceun-accadimento-al-ponte-di-owl-creek

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  2. ebbene sì...sostanze Combine...favolose...
    bello anche il racconto che tu consigli...grande Bierce!

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  3. bell'articolo, essendo dell'800 dovrebbero essere scaricabili. La morte di Hugh Morgan ricorda quella di Abdul Alhazred, l'autore del Necronomicon citato spesso da Lovecraft, "fatto a pezzi in pieno giorno da un essere invisibile"

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  4. Come mai nelle religioni si è sempre creduto negli "uomini invisibili" con sentimentalismi lungi dall'essere quelli di paura?

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  5. Carissimo Aumi, la risposta alla tua antica domanda la troverai leggendoti il capitolo 'Il Grande Inquisitore' del libro "I fratelli Karamazov" di Dostoevskij. Buona lettura.

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  6. Dostoevskij chi? Quello di MTV?

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  7. Chiaramente...è l'unico...forse riesci a beccarlo su facebook...

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