maggio 10, 2011

FAHRENHEIT 451


Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Ray Bradbury del 1953, la sceneggiatura è quasi identica al libro, cambia il finale. Nel 1966 François Truffaut darà alla luce un (capo)lavoro da lui considerato tra i suoi minori, sicuramente distante dalla precedente filmografia ma a detta di molti tra i suoi migliori. Per la prima volta il regista si mette alla prova con il colore ottenendo risultati eccellenti, un giovanissimo Nicholas Roeg alla fotografia fa intendere che c’è della stoffa, le musiche di Bernard Herrman contribuiscono a rendere il tutto molto affascinante. Notevoli anche le interpretazioni dei due attori protagonisti: Oskar Werner nei panni del pompiere Montag e Julie Christie sdoppiata in due ruoli diametralmente opposti: la gelida moglie Linda e la giovane e spensierata Clarisse. Il film è ambientato in un futuro surreale dove i pompieri invece di domarli i fuochi li appiccano, in uniforme nera stile Gestapo vanno in giro su una strana vettura rossa alla ricerca di libri da bruciare (Fahrenheit 451 è la temperatura di autocombustione della carta). Una forma di repressione culturale e sociale viene imposta attraverso il divieto alla lettura e da un sistema di telecomunicazione pilotato, “la grande famiglia”, atto a rimbecillire chi guarda…vi ricorda qualcosa? Montag è un agente/pompiere molto diligente, piace ai suoi superiori perchè non fa domande, fino a quando non incontra Clarisse che grazie alla sua curiosità innocente fa squillare la sveglia nella testa del protagonista che dopo qualche perplessità si accorge di essere vittima di un sistema malato, inizia a leggere e non riesce più a farne a meno. Quando Montag decide di mollare tutto viene scoperto, è un trasgressore, un ribelle, fugge al di là del fiume (nel romanzo è inseguito da un cane/macchina) dove si imbatte negli uomini/libro, questi riuniti in una comunità imparano a memoria ognuno un libro così che nessuno potrà mai portarglielo via.Il ritmo del film è sempre piuttosto alto, non ci si annoia neanche un po’ anche grazie alla trama avvincente e alle scenografie futuristiche che trasportano lo spettatore in un sogno dal quale è difficile svegliarsi. I comportamenti dei pompieri sono palesemente ispirati alla dittatura nazifascista, per questo Fahrenheit 451 è un lavoro coraggioso, all’epoca suscitò scalpore, oggi è ancora molto attuale. In una società dove l’apparire conta più dell’essere, dove si fa fatica a distinguere le emozioni reali da quelle fittizie, dove non siamo più delle persone ma dei numeri, dove sotto gli occhi di tutti stanno manipolando le nuove generazioni di perfetti imbecilli, questa storia può farci rendere conto di dove si rischia di andare a finire...buona visione!

1 commento:

  1. stile asciutto e pungente che sprona alla visione. già visto e letto il romanzo: non è tra i miei preferiti di Truffaut, però resta un buon film.

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