gennaio 25, 2011

Gil Scott Heron- I'm New Here

1. On Coming From A Broken Home (Pt. 1)
2. Me And The Devil
3. I’m New Here
4. Your Soul And Mine
5. Parents (Interlude)
6. I’ll Take Care Of You
7. Being Blessed (Interlude)
8. Where Did The Night Go
9. I Was Guided (Interlude)
10. New York Is Killing Me
11. Certain Things (Interlude)
12. Running
13. The Crutch
14. I’ve Been Me (Interlude)
15. On Coming From A Broken Home (Pt. 2)


"Turn around,turn around,turn around
and you may come full circle,
and be new here again"

La voce baritonale del poeta-cantante Gil Scott Heron vaga in ogni direzione nel suo ultimo lavoro "I'm New Here", per poi tornare all'inizio, in una costruzione circolare che rende il disco un capolavoro "frattale". Circolare è infatti la struttura, nonchè il testo, del brano che dà il titolo all'album, e circolare è anche quest'ultimo, racchiuso dalle due parti in cui è divisa "On Coming From A Broken Home" , da lui definita "a special tribute to my family".
La voce,confidenziale,persuasiva, è sempre presente, mostrandosi tanto ironica quanto dolorosa,ed è sempre sinceramente coinvolta in una comunicazione d'urgenza,una riflessione sulla vita molto concreta che lascia anche spazio a interpretazioni zen.
La musica è molto varia, con brani dalle chiare radici afro-americane blues e soul, niente affatto banali in scrittura e arrangiamento, a cui succedono sperimentazioni che ricorrono spesso alle novità elettroniche e a strumenti insoliti o indefinibili.
I veri e propri "brani musicali" sono uniti dagli "Interlude", spezzoni puramente parlati, apparentemente catturati, con rumori di fondo e a volte risate, che rilassano la tensione di una musica cupa e spesso cinematografica, le cui immagini nascono dalla voce. Ma non si tratta di un disco "spoken-word": il "cantato" nel senso tradizionale del termine è protagonista in molti brani, e l'intero album è apprezzabile anche solo dal punto di vista musicale.
Al pezzo d'apertura,narrato su un accompagnamento teso e fatalista,che va e viene avvolgendo in una magia greve i ricordi dell'autore, subentra "Me And The Devil Blues", evocazione irriconoscibile del brano di Robert Johnson e del suo spirito inquieto, resa da accordi senza redenzione, progressivamente saturati dall'elettronica in un paludoso R & B. Questo arrangiamento stratificato sfocia però in modo naturale nella semplicità di "I'm New Here",solo chitarra e voce, ballata folk dall'umore bipolare in cui GSH tocca a tratti le note più basse che può emettere."Your Soul And Mine", con un'introduzione d'archi evocativa di nuvoloni neri, di una bellezza terribile, gravidi e allo stesso tempo leggeri, è uno spoken-word su ritmo electro. "I'll take care of you" cammina sul battito ancestrale del blues, rivelandosi in crescendo un soul per pianoforte,voce e archi. Un pow-wow indiano con didjeridoo è l'accompagnamento di "Where did the night go?", mentre "New York Is Killing Me" è un ballo tribale con battiti di mani,voci (filtrate e non) e tamburi, movimentato a tratti da un riff di blues rurale, e culminante in un disperato coro gospel innalzato su tastiere psichedeliche. "Running" è declamata su batteria elettronica ovattata e riverberi metallici stridenti; su un basso sincopato appena percettibile di molte ottave sotto,danza "The Crutch", che sovrappone una melodia lontana di tastiere effettate a colpi di batteria minacciosi e instabili, il tutto su un tappeto tesissimo di onde quadre. Si ripiomba infine spaesati ed effettivamente nuovi al brano iniziale, "On Coming From A Broken Home".

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