aprile 23, 2011

Samuel Katarro : Beach Party



Beach Party è il primo disco di Samuel Katarro, bluesman pistoiese noto allo Stato Italiano come Alberto Mariotti. Già chitarrista e cantante in svariati gruppi, ha varato il suo progetto solista nel 2006. L'album è uscito nel 2008 per la Angle Records entusiasmando leggende viventi della musica rock del calibro di Patty Smith e Julian Cope.
Fin dai primi ascolti si presenta come una fantasia di canzoni vivacizzate da arrangiamenti variopinti, e dà ben pochi punti di riferimento musicali, non appiattendosi su generi noti per più di qualche secondo, e cambiando direzione in modo sbilenco e imprevedibile. Sebbene il blues sia senz'altro una delle influenze maggiori di Samuel Katarro, rimane intrappolato nella suggestione del suo nome d'arte più che nella musica. E se in qualche pezzo ci sono tutti i presupposti di partenza per ascoltarne uno propriamente detto, questo non riesce mai a compiersi del tutto, perdendosi fortunatamente verso qualsiasi cosa lui e gli altri musicisti possano immaginare, con l'eccezione del finale folk.
In From Texarcana To Texarcana, attraverso una tempesta desertica di rumori e feedback, è la chitarra acustica col suo battere incessante a condurre doppiata da basso e sonagli. La voce è angosciata come da tradizione blues, copre una grande estensione anche timbrica, come se fosse processata, ma è chiaro che tutto avviene senza effetti . Il canto è indocile, a tratti un sussurro calmo, in altri pura angoscia in falsetto. Terminally Illness Blues, con i cambi d'accordo che sono anche cambi di registro vocale, gira su se stessa ed è portata al collasso da pianoforte compressi. Su tali macerie comincia Com-Passion, brano urlato su due accordi che vive di continui cambi di tempo, frammenti d'organo e sfreccianti slide finchè la ritmica chitarristica lo centrifuga verso una coda surreale in grado di far sembrare vana l'agitazione dell'uomo per poi riproporla improvvisamente.
Wicked Child è un western alla Gun Club, con ritmica simbiotica di chitarra e tamburrello,la voce unita a riverberi e bassi abissali e un ritornello in preda alle onde slide tale da richiamare alla mente anche i Pixies. The Moonlight Murders Psychedelic Band inizia solo con la chitarra come un classico lento del Mississippi, magistralmente cantato, rafforzato dal coro e dal controcanto dello stesso Katarro ma che vira grottescamente verso la Spagna, con tanto di nacchere e pennate latine, battiti di mani e venature d'organo, per poi tornare all'osso del blues, singole note d'introspezione, la voce nei suoi riverberi interiori.
Tra i più immediatamente orecchiabili There's a lady inside the cabin, un rock & roll invasato punteggiato dal pianoforte, con trascinante ritornello sixties a coro finale stile Beach Boys. La mancanza di batteria,specie in un brano del genere, rende il suono meno pesante e dà la possibilità di utilizzare gli strumenti in modo più particolareggiato, permettendo splendidi soli di chitarra ritmica e dialoghi insoliti. Dead man on a Canoe è un duetto angosciato dall'accento in levare per chitarre e doppia voce, reso leggermente comico dal kazoo e portato a saturazione dall'armonica,in un progressivo disfacimento del brano. La voce inquieta di Katarro, piena di sfumature sottilissime, è pervasa anche da un'ironia salvifica della libertà musicale. Headhache parte con un riff blues battente rafforzato dal tamburrello, ma è vittima di intromissioni cerebrali di musica clinicamente felice preannunciate dall'organo. Live in Terror è fatalismo dissonante dal coro sinistro e preoccupantemente calmo, This Garlic Cake un ballo con tutti gli scambi del caso tra violino country e chitarra elettrica, ultimo sussulto movimentato . Infatti il disco si chiude con Beach Party, un valzer campestre d'ampio respiro, un profondo inno sublimato dagli arpeggi, ed è l'unico brano non schizofrenico, inaspettato e meraviglioso come l'album che porta il suo nome.

5 commenti:

  1. Katarro... un disco espettorante! Battuta a parte non vedo l'ora di ascoltarlo, Grande come sempre Hans

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  2. Hai descritto i brani in maniera così puntigliosa ke anke nn conoscendoli sò già cm suonano...

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  3. infatti avrei dovuto lasciare molte sorprese che lui ha preparato nel disco fuori dalla descrizione..

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  4. lasciate in pace i puntini di sospensione!

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