aprile 29, 2011

Il corvo, l'origine del mito

Illustrazione di "La Ele"
Era il 1994 quando un film sconvolse la mia giovane esistenza. Non si parla di un film di nicchia, anzi con tutta probabilità di uno dei film più identificativi  degli anni '90. Una pellicola cupa e con una colonna sonora assolutamente azzeccata (con una rischiosissima ed al tempo stesso riuscitissima cover dei Joy Division, Dead Soul magistralmente interpretata dai Nine Inch Nails). Ma se il film è così famoso da suscitare quasi nausea, qui si vuole parlare di ciò che ha ispirato quel film. Infatti, non tutti sanno che, il film è la trasposizione cinematografica dell'omonima graphic novel di James 0'Barr. La prima versione viene pubblicata in diversi volumi tra il 1988 ed il 1989 (anche se le prime tavole risalgono addirittura all'81), una piccola opera (d'arte) che oggi è oggetto di culto. Ma per i neofiti, per chi probabilmente è nato in quegli anni, recentemente la panini comics ha ristampato una versione cartonata che racchiude l'opera intera. 
E' doveroso partire dalla prefazione in cui sono riportati pezzi di interviste fatte all'autore sull'origine dell'intera storia. O'Barr fornisce diverse versioni sull'origine di Eric: dall'essersi ispirato ad un fatto di cronaca ad autori (Baudelaire) e musicisti (Cure, Bauhaus, Stooges e Joy Division, tra l'altro il primo numero verrà dedicato proprio a Ian Curtis). In effetti le diverse tavole sono disseminate di citazione di poeti e musicisti (tant'è che anche la graphic novel riesce ad avere una fantastica colonna sonora che abita la mente del lettore). Ma la verità è un'altra. Probabilmente poeti ed musicisti hanno ispirato le atmosfere, le scenografie, la fotografia, in cui Eric consuma la sete di vendetta, ma Eric e la sua leggenda sono parto di O'Barr. Non parto della sola mente, ma anche di un animo che ha conosciuto a livello molecolare i topoi rappresentati tra le tavole. Tavole graffiate di un'inquietudine spettrale, cavernose ed agghiaccianti nella matita e nella penna; ma anche, soprattutto, di una rabbia brutale, privo di qualsivoglia forma di pietà. Le sue vene sono gonfie di bile, sangue e bisogni. Il disegno in bianco e nero è l'abito perfetto per i personaggi che abitano la storia. Candore e morte, bianco e nero, corvi e cadaveri esangui, amore ed atrocità. Prendendo in prestito le maschere della drammaturgia inglese, Eric indossa Ironia, Dolore e Disperazione con una disinvolura tale da donare un fascino singolare al suo agire, alla sua prosa. L'intera vicenda lascia una visione onirica, in bilico tra il sogno e l'incubo, delle antitetiche (ma complementari) pulsioni umane di amore e morte. 


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