luglio 31, 2011

"Eravamo vivi e non lo sapevamo... ora stiamo morendo e non vogliamo capirlo!"

Tempi di myspace, di twitter, di facebook, di contest. Tempi in cui blog e siti urlano ogni giorno il nuovo capolavoro, il nuovo miracolo discografico - il nuovo questo e il nuovo quello. Poche, rarissime le volte in cui le parole mantengono fede. Ed allora se come si dice "ai posteri l'ardua sentenza", se l'oggi non è sempre decifrabile possiamo almeno capire come si era. Cosa c'è stato e rimembrare.
E' passato ormai oltre un decennio dal terrore del millenium bug. Per molti scrittori di questo blog e molti lettori gli anni '90 sono stati quelli formativi. Delle prime pomiciate e dei primi atti onanistici. E con ogni probabilità in quegli anni molti di noi (compreso il sottoscritto) hanno fatto una conoscenza a dir poco sconvolgente. Nella loro vita è entrata "Sua Maestà Rock". Ed anche se alcuni dicono di non credere più nel rock, ricordiamogli cosa c'è stato. Innanzitutto è doveroso fare alcune precisazioni, perché l'argomento che qui si vuol trattare è dato dalle produzioni Made In Italy nell'ultimo decennio del millennio scorso. In maniera molto, ma molto, riduttiva si può dire che il concetto di musica rock in Italia è giunto con molto ritardo rispetto agli altri paesi occidentali. Se universalmente è riconducibile al periodo dei "Meravigliosi anni '60" il massimo splendore a livello musicale (soprattutto per quanto riguarda Stati Uniti ed Inghilterra), in Italia le cose andavano leggermente controcorrente. Mentre il dualismo Beatles vs Rolling Stone infervorava, nel Bel Paese si usciva faticosamente dal cantagiro. Si sfiorava il grottesco col fenomeno delle "traduzioni" delle hit anglofone. Si riconosce già allora qualche cane sciolto talentuoso, ma poca roba. Nel decennio successivo le cose miglioreranno cominciando ad avere un certo mood rappresentato sia dagli spaghetti prog., dove gli Area del versatile Stratos sfoggiano grandi dischi; e sia grazie al cantautorato che mostra grande personalità.
Negli anni '80 grazie, probabilmente, all'esplosione di post punk e new wave in Italia giungono finalmente le prime produzioni autoctone. Certo, l'ispirazione al sound anglofono è ancora forte, ma i lavori non puzzano di “plagio” ma sembrano autentici.
Ma, bisogna attendere la caduta del muro per poter vivere la nostra El Dorado. Dalla caduta del muro sino all'avvento dell'euro in Italia si vive probabilmente il periodo più gravido del rock.
Molto lo si deve alla nascita di alcune storiche etichette indipendenti. La defunta Vox Pop, la Mescal (che annovera tra i fondatori Luciano Ligabue) ed il progetto del Consorzio Produttori Indipendenti.
Quest'ultima meriterebbe un capitolo a parte; limitiamoci a dire che è il 1994 quando l'etichetta I dischi del mulo (fondata da Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni) si fonde con la toscana Sonica (creata da due ex componenti dei Litfiba, Gianni Maroccolo e Francesco Magnelli).
Ed allora partiamo con ordine. Dopo la caduta del muro l'acronimo CCCP diventa caduco e il sensibile Ferretti decide di sciogliere il gruppo. Poco male, da quelle ceneri nasceranno i Consorzio Suonatori Indipendenti, composto oltre che da Ferretti e Zamboni dai nuovi compagni di sbronze Maroccolo, Canali e Magnelli. Una band di tutto rispetto, con Canali e Zamboni alle chitarre, Magnelli al piano, Maroccolo al basso e un redivivo Ferretti alla voce, coadiuvato da Ginevra Di Marco ai cori. Attivi per circa un decennio produrranno una manciata di dischi di cui sono da ricordarne almeno tre. Nel 1994 per la storica emittente Videomusic esce il live unplugged In quiete. Un disco di un intimità avvolgente in cui i CSI ripropongono in chiave acustica alcuni vecchi pezzi dei CCCP, oltre che ad una languida versione di Lieve degli allora esordienti Marlene Kuntz. Nel 1996 tocca al capolavoro Linea Gotica: qui Ferretti, Canali, Maroccolo, Zamboni e Magnelli mostrano il meglio della loro unione. Un disco toccante ed impegnato (Cupe VampeLinea Gotica), ammirabile nei suoni (un orecchio attento noterà con grande fatica l'assenza di batteria) e nei testi e dove brilla E ti vengo a cercare, cover di Battiato che duetterà con Ferretti nella registrazione . Nel 1997 con Tabula Rasa Elettrificata la band, con sommo stupore di Boncompagni, giungerà in vetta alle classifiche italiane.
Ovvio, quasi scontato, passare alla band che probabilmente incarna più di tutte il concetto di rock negli anni '90. Chiaro che si parla degli Afterhours e di quel Manuel Agnelli croce e delizia del panorama underground italiano. Cominciano a far baccano sul finire degli anni '80 e dopo un paio di dischi in inglese targati Vox Pop, sempre per la medesima nel 1995 esce la bomba. La decisione di passare alla lingua italiana è forse la chiave di svolta. Tra sonorità post-grunge, noise nostrano e curiosi testi in cut up Agnelli e compagni danno alla luce Germi. Un disco ruvido, graffiante, incazzato; un disco coi contro coglioni. A pezzi storici della band (GermiStrategieDentro Marilyn) rivisti in italiano si aggiunge una particolare cover di Mio fratello è figlio unico del genio Rino Gaetano. Due anni dopo si passa sotto la Mescal e questa volta si grida al capolavoro (e non si è esagerati). Hai paura del buio? è probabilmente l'album più significativo della band (e di diritto uno dei dischi italiani più completi). Un disco miele e ruggine in cui Agnelli sciorina il suo intero repertorio canoro e in cui la band tutta mostra eclettismo raro in Italia. Difficile rimanere impassibili davanti a brani come Punto GPelleRapace. Nel 1999 sempre su Mescal esce Non è per sempre, un disco più fresco rispetto ai primi due (e se l'uscita dal gruppo di Xabier Iriondo sarà pesante) anche questo disco riuscirà a farsi apprezzare. Nel nuovo millennio è da ricordare Quello che non c'è.
Su Mescal verrà prodotta la trilogia chimica dei Bluvertigo: Acidi e basi (1995), Metallo non metallo (1997) e Zero- ovvero la famosa nevicata dell'85 (1999).
Sempre l'onnipresente Mescal seguirà gli elettrizzanti esordi dei Subsonica con SubsOnicA (1997), Microchip Emozionale (1999) e Amorematico (2002).
In Piemonte, fucina di grandissime band negli anni '80, crescono ed esordiscono i Marlene Kuntz. fragoroso è il loro esordio per la CPI, quel Catartica ancora oggi elevato ad oggetto di culto. La band di Godano mostra un uso della lingua italiana pregevolissimo ed elevano ad arte feedback e noise come nessuno aveva fatto in Italia (per un po si porteranno dietro la scomoda etichetta di "sonic youth italiani"). Disco devastante in cui pezzi come Sonica, Trasudamerica  e la bellissima Fuoco su di te portano vento nuovo sulla penisola. Nel 1996 tocca ad un altro piccolo capolavoro dall'eloquente titolo de Il Vile, lavoro più maturo in cui arpeggi melodici e strati di feedback sono dosati con sapienza. Il chiassismo chitarristico tocca vette imponenti in pezzi come Ape Regina. E' da ricordare anche l'ottimo Ho Ucciso Paranoia.
E veniamo a quei Massimo Volume ritornati sulle scene dopo più di un decennio dopo aver impressionato nei nineties. Nulla come loro prima, tutto uguale dopo. Non è ardita questa espressione. Dopo una gavetta di tutto rispetto nel 1993 esce Stanze. Un disco in cui la parola sperimentazione (oltre nella recitazione dei versi anche nel contenuto dei testi Vedute dallo spazio/Ororo) ripercorre in tutte le tracce. Il disco soffre del pensiero di due teste pesanti: Emidio "Mimì" Clementi ed Umberto Palazzo. Come inevitabile che sia uno era di troppo e a fare i bagagli sarà Palazzo che porterà le sue idee nei Santo Niente. Con le idee più chiare nel 1995 è il tempo di Lungo i Bordi che vede un certo Fausto Rossi (autentico cane sciolto della nostra musica) alla produzione. Disco struggente, sospeso tra ricordi sfocati e desiderio di realtà (Primo Dio). Uscirà per Mescal nel 1997, forse, il loro album più rappresentativo, Da qui (che dopo aver sfiorato la produzione di John Cale) è affidato alle sapienti mani di Steve Piccolo. In questi dischi (ma anche nel nuovo Cattive Abitudini) la band mostra il loro marchio di fabbrica: la voce profonda di Mimì a declamare i suoi versi e i sempre presenti Egle Sommacal e Vittoria Burattini a fornire l'ambientazione migliore per accompagnare quelle parole. Saranno una delle band più rappresentative del decennio e fonte di ispirazione per molte band attuali. Mimì è da ricordare ed apprezzare anche nelle vesti di scrittore.
Come detto Palazzo per portare a compimento i suoi progetti fonderà i Santo Niente con i quali darà alla luce dischi di tutto rispetto come La vita è facile del 1995 e 'sei na ru mo'no wa na'i del 1997, entrambi su CPI.
Forgiati dall'esperienza del Great Complotto Pordenone, due membri dei Futuritmi fonderanno due band esplose sul finire degli anni '90. Il primo è il signor Davide Toffolo (che oltre a cimentarsi col rock n' roll è bravissimo e capacissimo autore di fumetti) che fonderà I Tre Allegri Ragazzi Morti. Attivi tutt'ora, anche se incomprensibile è la loro svolta reggae, sul finire degli anni '90 portano a compimento Piccolo Intervento a vivo (1997) bellissimo esordio in rock e Mostri e Normali (1999) contente una Dimmi, cover italiana di Ask degli Smith.
Il secondo è Gian Maria "GM" Accusani che fonda assieme a due signorine (Eva Poles ed Elisabetta Imelio) i Prozac +.
Testi ed abbigliamento sono in bilico tra punk e raver. Esordiscono con Testa Plastica nel '96. Due anni dopo raggiungono il successo con il tormentone Acidoacida e la melanconica Betty Tossica. Nel 2000 torneranno protagonisti con un altro singolo Angelo in 3 Prozac +.
Dalla Toscana, e precisamente da Livorno, giunge una band in costante crescita: ovvero i Virginiana Miller. Nel 1997 esordiscono con la Baracca & Burattini con lo splendido Gelaterie Sconsacrate, disco che riscuoterà successo meritato da parte del pubblico e diversi plausi dagli addetti ai lavori (Altrove, L'uomo di paglia). L'onnipresente Canali parteciperà a produzione e registrazione del disco. La voce del disagiato Simone Lenzi è una carezza calda e profonda, rassicura e rilassa ad ogni ascolto. Nel '99 sarà il turno di Italiamobile. Attivi anche oggigiorno, si ricorda la loro ultima fatica Il primo lunedì del mondo come tra i dischi più belli dell'anno appena trascorso.
Piemontesi come i Marlene Kuntz sono i Fluxus. Attivi dal '92, nel '95 accolgono resti delle ceneri di un'altra storica band, quei Negazione band di culto nell'hard-core italiano. Con Pura lana vergine (1998) mostreranno un sound pregevole in bilico tra hard-core e noise.
Paolo Benevegnù, nome di spicco del cantautorato attuale, muove i primi passi negli Scisma. Tra pop e new wave la sua vena cantautorale è già rintracciabile. Da ricordare Rosemary Plexiglas (1997) e Armstrong (1999).
A marzo è uscito il loro capolavoro Wow (da segnalare, seppur con qualche intoppo, come miglior tour italiano) i Verdena esordiscono timidi ed impacciati nel 1999 (ma attivi dal 1995) con l'omonimo album in cui sono presenti le hit generazionali Viba e Valvonauta. Una delle poche band seguite sin dagli esordi da una major.
Da ricordare sono un gruppo forse sottovalutato in Italia, i catanesi Uzeda. Presi sotto l'ala protettiva da quel re Mida della musica che è Steve Albini (produrrà il loro secondo disco) gli Uzeda mostrano un sound math rock inusuale in Italia; oltre a cimentarsi anche loro in sperimentazioni noise. Consigliati sono gli ascolti di Waters (1993) e Different section wires (1998).
Sono da ricordare anche personalità, cantanti e progetti che hanno avuto successo negli anni recenti ma che hanno fatto palestra negli anni '90. Oltre al pluricitato Giorgio Canali (che assieme ai Rossofuoco ha dato esempio di maestria cantautorale e musicale) è da citare anche l'irriverente e sobrio Pier Paolo Capovilla attivo già sul finire degli anni '90 con i devastanti One Dimensional Man ed ha proseguito come frontman degli schizzati Teatro degli Orrori: Dall'impero delle tenebre (2007) e A sangue freddo (2009) entrambi usciti sull'etichetta Tempesta.
Da segnalare quest'ultima etichetta, nata nel 2000 per volere del bassista dei Tre Allegri Ragazzi Morti, Enrico Molteni. La Tempesta per alcuni versi sta ripercorrendo i fasti vissuti da Mescal e CPI nel decennio precedente mettendo sotto contratto sia la vecchia scuola (One Dimensional Man, Canali, Massimo Volume) sia i delle volte discutibili esordienti ed esponenti del "nuovo rock italiano".

luglio 28, 2011

Musique chez Blind Spot




Neptune - Improv & Collaboration 2007


Blind Spot è semplicemente il posto ideale per ogni buon amante di qualsiasi sperimentazione e manomissione sonora... un negozio di vinili dietro Place De La République a Rennes, in Bretagna...un luogo piccolo nelle dimensioni ma grande e notevole nei contenuti... tutti orientati verso una ricerca musicale proiettata verso il futuro ma con inevitabil
i sguardi verso il passato... La selezione del materiale è accuratissima...passando dall'ambient-drone, al noise, alla musica concreta, al post-rock, all'improvvisazione astratta e industrial, al free-jazz, al krautrock...senza tralasciare le novità in ambito new sounds...dalla techno all'hip pop. Difficile trovare qualcosa di commerciale e se c'è è nella sezione "prezzo libero" (ovvero anche 50centesimi) come del resto ci s'imbatte anche in rarità nell'ambito folk-world o afro-funky. Bisognerebbe subito chiedersi (e il lettore subito lo farebbe) perchè parlare di un "negozietto" del genere, nel quale probabilmente non si metterà mai piede per tutta la vita...tanto più quando si tratti di un negozio d'oltralpe...non diverso dai tanti esistenti in tutta Europa. Le valide risposte al quesito potrebbero essere due...una che vede nel catalogo di Blind Spot (consultabile alla voce Les Angles Morts su Discogs...che tra l'altro ospita solo una piccola parte del grande ventaglio di proposte), al di là di qualsiasi possibilità economica nell'acquisto, un prezioso punto di riferimento per scoprire cose decisamente interessanti in un panorama musicale sempre più vasto e ricco di novità oscillanti tra il vecchio e il nuovo...ed una seconda che parte dalla volontà di suggerire e proporre alcuni ascolti in maniera diversa, partendo dall'esperienza personale di qualcuno che, come chi scrive, si recava in quel luogo durante freddi e piovosi pomeriggi bretoni. I gestori del negozio sono Pierre e Fred, due tipi che di musica ne sanno davvero tanto... Pierre più silenzioso in una tipica veste di "compostezza nordica" crea sempre l'atmosfera giusta nell'ambiente selezionando le novità...Fred più energico ed espansivo, pronto all'orientamento e a soddisfare curiosità... Come quando mi chiese se conoscevo Arrington De Dionyso...che davvero mi suonava nuovo...in realtà era il geniale cantante-sassofonista degli Old Time Relijun di cui conoscevo solo il bellissimo Catharsis in Crisis del 2007, dove Arrington cantava addirittura in italiano nel brano folle di "Veleno Mortale". "Il a fait un nouveau album de rock-shamanique"...disse Fred...alchè lo volli immediatamente ascoltare quasi percependo che sarebbe stato una bella rivelazione. Nell'alchemico Malaikat Dan Singa del 2009 Dioniso interpreta William Blake in lingua indonesiana...e questo già basterebbe come elemento per coglierne la portata di estremità sonora...resa densa dai tappeti mantrici del suo sax e da percussioni martellanti. Dionyso è inoltre un disegnatore dallo stile molto personale...ammirabile nelle copertine da lui stesso realizzate. L'altra chicca scoperta grazie a Fred furono invece i francesi Glen Or Glenda, originari di Bordeaux, una città con un'ottima scena musicale; l'album Le Contrebande Des Mouches del 2005 contiene solamente due tracce lunghe di largo respiro improvvisativo, tra post-rock , free-jazz e avanguardia, memori della lezione degli Henry Cow e con fiati e sintetizzatori in bella mostra, che ricamano un disco originalissimo che però è di difficile reperimento anche sul web. Nell'ambito del post-rock canadese sono molto validi anche i Fly Pan Am, sicuramente tra le band più significative della scena d’oltreoceano accanto ai maestri Godspeed You ! Black Emperor e A Silver Mt Zion o agli Hangedup, specie con l'omonimo del 1999 e N'ecoutez pas del 2004. Open City e Neptune invece, entrambi americani, rispettivamente di Los Angeles e Boston sono dediti ad un puro rumorismo noise-ambient, di stampo specialmente chitarristico. Gli Open City prediligono maggiormente la distensione e il flusso della materia sonora, rarefatta nell'omonimo del 1999, ma il discorso non cambia neanche nei successivi L.A. We Revise Your Neglect del 2002 e Birth Of Cruel del 2003, anch'essi come il primo molto godibili ma abbastanza introvabili. Più semplice imbattersi nei lavori del collettivo dei Neptune, che fieri anche di una ricca strumentazione auto-prodotta si sono consacrati con l'ultimo Gong Lake del 2008, caratterizzato da dinamiche più frammentate e spigolose rispetto a quelle degli Open City, che forse giungono all'apoteosi suggestiva di Improv & Collaboration del 2007 (noto anche come senza titolo), in vinile colorato arancione e racchiuso in una splendida copertina floreale. In ambito noise però sono caldamente consigliati gli svedesi Skull Defekts... Ricordo che entrai una volta fracido nel negozio e scorreva sul piatto una sorta di fruscio vorticoso misto al rumore di un elicottero (almeno così sembrava di primo impatto)... Era una traccia del doppio The Temple del 2009 che tra tutti forse è il disco che meglio illumina la vena sperimentale degli Skull Defekt, in bilico tra noise classico e ambient a base di synth e feedback. Sempre in aria scandinava sono formidabili i finlandesi Kemialliset Ystävät, figli della migliore musica alternativa nordica che vanta molteplici formazioni decisamente "avanti" (sulla scia degli alfieri Mum) sempre oscillanti tra atmosfere soffuse, vocalizzi angelici e neo-strumetazioni di varietà timbrica infinita. I Kemialliset Ystävät sono attivi dalla fine degli anni '90 con un attività discografica regolare, nella quale Alkuhärkä del 2004 è sicuramente un ottimo punto d'inizio per qualsiasi psiconauta che voglia navigare nella loro spiritualità. Sempre in tema di folk-rock arcano bisognerebbe ascoltare l'immenso omonimo del 2009 dei Sylvester Anfang II, di provienenza belga, non distanti dalle atmosfere oniriche e funeree a cui ci hanno abituato formazioni come i Six Organs Of Admittance nel loro splendido Luminous Night dello stesso anno come nei precedenti lavori. Grazie a Blind Spot vengo anche a conoscenza di quella che ben potrebbe essere considerata la formazione tedesca più originale dell'ultimo decennio, ovvero i Kammerflimmer Kollektief, con il loro personalissimo ibrido di free-jazz, elettronica ed improvvisazione libera... L'ascolto di Absencen del 2005 mentre nella strada scendeva lenta la pioggia..fu rivelatorio...ma solo come preludio alle altre esperienze cosmiche di Hysteria del 2001, Cicadidae del 2003 o Jinx del 2007. Nella sezione jazz-funky di Blind Spot ci sono poi delle stampe incredibili di Sun Ra, Steve Reid, Charles Mingus e dell'etiope Mulatu Astatke...ma la mia attenzione cadeva sulla copertina di Out There (2007) degli Heliocentrics, un ensemble trainante di jazz-funky psichedelico, fautori di una ritmica travolgente che trova maturità piena anche nei toni più esotici di Inspiration Information del 2003, realizzato in collaborazione proprio con il "mago" dello xilofono africano Mulatu. E prima di salutare Fred e Pierre per l'ultima volta...m'imbatto anche nella migliore sperimentazione italiana...come un miraggio vedo davanti a me Different Shades Of Blue del 2005 dei My Cat Is An Alien, alias Maurizio e Roberto Opalio...un disco non facile da trovare per le copie limitate, una performance totalmente improvvisata il 12 febbraio del 2004 al MCIAA's Space Room di Torino, che con la sua sottile miscela di glissandi chitarristici, xylophoni e percussioni nonché effetti e giocattoli vari, emerge cristallino nella vasta lista di progetti del duo torinese, in primis le collaborazioni con Lee Ranaldo, Thurston Moore dei Sonic Youth e Jim O'Rourke nella serie From The Earth To The Spheres in sei volumi, come anche quelle con il sassofonista Mat Gustaffson e Christian Marclay. Il quadro polimaterico utilizzato per la copertina è dello stesso Roberto Opalio ed è in perfetta sintonia con le atmosfere galattiche ed informali contenute nel disco, tra le migliori della drone minimalista europea.D'altronde la caratteristica principale delle formazioni oggetto di questo articolo sembra proprio essere una peculiare attenzione artistica verso le copertine, che si presentano così in una magnifica e raffinata veste grafica, pittorica o fotografica, tra esplorazioni ottico-ipnotiche, illustrazione fantastica e immagini d'inquietudine surrealista.




Discografia



Arrington De Dionyso

I See Beyond The Black Sun 2
008
Malakait Dan Singa 2009
Suara Naga 2011
Chatarsis In Crisis (with Old Time Relijun) 2007



Glen Or Glenda

Le Contrebende De Mouches 2005



Fly Pan Am

Fly Pan Am 1999
Ceux qui inventent n'ont jamais vécu (?) 2002
N'ecoutez pas 2004



Open City

Open City 1999
L.A. We Revise Your Neglect 2002
Birth Of Cruel 2003



Neptune

Patterns 2006
Improv & Collaboration 2007
Gong Lake 2008



The Skull Defekts

Blood Spirits & Drums Are Singing 2007
The Drone Drug 2008
The Temple 2009
Skulls CM von Hausswolff & The Sons of God Descending the Silver River of the DFX 2010
Peer Amid 2011



Kemialliset Ystävät

Alkuhärkä 2004
Kemialliset Ystävät 2007
Ullakkopalo 2010



Sylvester Anfang II

Sylvester Anfang II 2009



Six Organs Of Admittance

Six Organs Of Admittance 1998
Dust & Chimes 2000
For Octavio Paz 2003
The Sun Awakens 2006
Shelter From The Ash 2007
Luminous Night 2009



Kammerflimmer Kollektief

Hysteria 2001
Cicadidae 2003
Absencen 2005
Jinx 2007
Wilding 2010



The Heliocentrics

Out There 2007
Inspiration Information (with Mulatu Astatke) 2009



My Cat Is An Alien

Landscapes of an Electric City 1
999
Different Shades Of Blue 2005
Through the Reflex of the Rain 2005
From the Earth to the Spheres Vol. 1,3,5,6 2004-2006
Cosmic Light of the Third Millennium 2006




COVER ART




Arrington De Dionyso - I See Beyond The Black Sun 2008



Arrington De Dionyso - Malaikat Dan Singa 2009



Glen Or Glenda - Le Contrebande De Mouches 2005




Fly Pan Am - Ceux qui inventent n'ont jamais vécu (?) 2002



Neptune - Gong Lake 2008



Open City - The Birth Of Cruel 2003



Open City - Open City 1999





Open City - L.A. We Revise Your Neglect 2002




The Skull Defekts - Peer Amid 2011




The Skull Defekts -
Blood Spirits & Drums Are Singing 2007



The Skull Defekts - The Temple 2009




The Skull Defekts
Skulls CM von Hausswolff & The Sons of God Descending the Silver River of the DFX 2010



Kemialliset Ystävät
- Kemialliset Ystävät 2007



Kemialliset Ystävät -
Alkuhärkä 2004



Sylvester Anfang II - Sylvester Anfang II 2009




Six Organs Of Admittance - The Sun Awakens 2006




Six Organs Of Admittance - Luminous Night 2009




Kammerflimmer Kollektief - Cicadidae 2003




Kammerflimmer Kollektief - Absencen 2005




The Heliocentrics - Out There 2007



My Cat Is An Alien - Different Shades Of Blue 2005



My Cat Is An Alien - Cosmic Light of the Third Millennium 2006



My Cat Is An Alien - From The Earth To The Spheres vol.3 2005














luglio 24, 2011

Post-Rock


Il post-rock, genere affermatosi nell'ultimo ventennio, è un concetto difficile da inquadrare. Figlio dello slow-core, della classica, della kraut, del prog, ma anche del jazz e del rock sperimentale. Figlio d'arte insomma. Abbraccia lavori e concetti musicali, spesso, lontani tra loro. Tendenzialmente l'approccio è quello di utilizzare strumenti tipici del rock che non evolvano/involvano nella canonica forma canzone dell'intro-strofa-ritornello-strofa-ritornello-outro.
La ribellione tipica della musica rock viene edulcorata fino a sparire. Chitarre, basso, batterie (e spesso strumenti a corda come violini, viole e violoncelli) si fondono per creare  tempeste sonore o delicate poesie androgine. Anche il cantato (laddove c'è) diventa una linea strumentale che contribuisce alla costruzione del cosìdetto "paesaggio sonoro".



1) Dirthy Three - Autentic Celestial Music (Ocean song 1998)
2) Slint - Washer (Spiderlan 1991)
3) Godspeed You! Black Emperor - Providence (F# A# (Infinity) 1998)
4) Rachel's - Southbound To Marion (Handwriting 1995)
5) Sigur Ros - Ba Ba /Ti Ki / Di Do (S/T 2004)
6) Talk Talk - Ascenson Day (Laughing Stock 1991)
7) Labradford - WR (Mi Meia Naranja 1997)
8) Tortoise - Djed (Million Now Living Will Never Die 1996)
9) Mouse On Mars - Bib (Iaora Tahiti 1995)
10) Explotion In The Sky - Firts Breath After Coma (The Earth In Not A Cold Dead Place 2003)
11) Mogwai - Mogwai Fear Satan (Young Team 1997)
12) Rodan - Bible Silver Corner (Rusty 1994)
13) Gatto Ciliegia Contro Il Grande Freddo - Dopolavoro Dancing

luglio 13, 2011

Andergraun Vibrations/ Spanish Hard Psych & Beyond 1970-1975


Il 1 aprile del 1939 terminava ufficialmente la Guerra Civile Spagnola, dopo che l'estrema difesa delle forze repubblicane capitolò in maniera definitiva con la resa di Valencia. Sarebbe iniziata per il popolo spagnolo la difficile fase storica della dittatura, terminata solo nel 1975 con la morte dello stesso gerarca Franco. Durante la Seconda Guerra Mondiale la Spagna alternò la completa non-belligeranza e una quasi totale neutralità all'aiuto militare nei confronti dell'Asse, in particolar modo sostenendo la causa tedesca a partire dal 1943, quando già si iniziò a percepire che le operazioni belliche stavano volgendo a favore degli Alleati. A ostilità concluse, proprio in virtù di questa partecipazione in "sordina", affianco però della sconfitta Germania, la Spagna si vide imposta dalle nazioni vincitrici un "isolamento" di portata internazionale, che si realizzò concretamente attraverso l'istituzione di un severo "embargo" e l'esclusione dalle Nazioni Unite (Onu). L'isolamento spagnolo terminò nel 1953, quando le crescenti tensioni della Guerra Fredda costrinsero il governo statunitense a cercare nuovi appoggi in Europa, trovando nell' anti-comunismo di Franco un prezioso e ideale alleato. Questo nuovo sodalizio diplomatico comportò diversi accordi di natura economica e nello stesso anno furono firmati anche diversi trattati che permettevano l'apertura di basi militari statunitensi in Spagna, nell'ottica della delicata strategia anti-sovietica. Tra queste, le più importanti furono la Rota Naval Station inaugurata proprio nel 1953 a Cadiz, e l'Air Base a Zaragoza, che sarebbe stata attiva dall'anno successivo. Gli aiuti economici degli Usa consentirono alla Spagna di raggiungere un incredibile sviluppo, noto storicamente come "miracolo Spagnolo"(el desarrollo), ma sul piano strettamente culturale però il "franchismo" significò comunque (e sempre) fare i conti con un clima di ostile "chiusura" verso l'esterno, che si radicalizzò in una rigida censura verso le più disparate attività politiche, sociali,artistiche, musicali, cinematografiche etc...soggette a intransigenti controlli e spesso completamente vietate. Dunque, quando alla fine degli anni Sessanta esplose il movimento psichedelico tanto in America che in Europa, la Spagna non si trovava di certo nelle condizioni favorevoli per sviluppare, in campo musicale, tutto un coacerbo di idee e innovazioni che interessarono invece, e specialmente, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e la Germania.

Sarebbe stato impossibile per la Spagna, sotto quel particolare "clima", il concepimento di qualcosa che anche da lontano avrebbe potuto dialogare con le pioneristiche sonorità della West Coast, del kraut-rock teutonico o della psichedelia inglese, ovvero i paralleli "elettro-acustici" più suggestivi e originali della contro-cultura mondiale. Tuttavia, se in Brasile, nonostante un regime dittatoriale, fu addirittura possibile qualcosa di decisamente "altro" con il movimento culturale del Tropicalismo, in Spagna non ci furono radicali e significative "religioni per la mente", ma di certo, al di là della repressione franchista, arrivò anche lì un po' di quel vento di cambiamento, che Eric Burdon celebrò nella mitica Winds Of Change del 1967. Proprio all'interno di quella "vergognosa presenza americana" sul territorio spagnolo, ovvero l'operosità delle basi militari, è da ricercare (come alcuni documentari hanno ben evidenziato) un possibile motore di scambio culturale, l'apertura di qualche spiraglio per le novità d'oltreoceano. Basterebbe un minimo sforzo per immaginare la spontaneità della scena attraverso la quale un militare americano (o di altro paese europeo), proponendo, durante i momenti di congedo, un disco di Jimi Hendrix, dei Velvet Underground, degli Stones o di qualche gruppo garage, a qualcuno della popolazione locale, semina il germe di un nuovo verbo in un terreno vergine, ma pronto ad essere fertilizzato. Lo stesso ragionamento andrebbe fatto per quanto riguarda le nuove mode e stili dell'abbigliamento, anch'essi pronti a diffondersi lentamennte, come anche le nuove letterature beat (Ginsberg, Burroughs, Kerouac) o "lisergiche" (Huxkley e Leary), che iniziano, di "nascosto", a smuovere un sempre più feroce passatismo culturale. Solo così capiremmo come anche la Spagna franchista, dopotutto, fu leggermente scossa dalla rivoluzione culturale psichedelica. L'antologia Andergraun Vibrations: Spanish Hard Psych And Beyond 1970/1975 edita nel 2005 su vinile dalla Hundergrum Records (e ampliata nel 2007 su cd con riferimento fino al 1978) rappresenta la principale testimonianza di quel "ribelle" fervore creativo, un prezioso documento che ci restituisce il fascino di quella nuova brezza musicale che spirava in terra iberica, che probabimente trovò maggior campo aperto in Andalucia, che aveva già consacrato il flamenco di Camaron e Paco De Lucia, e nell'incanto "cristallino" di Ibiza, anche se alcune delle formazioni inserite provenivano da Barcelona, Madrid o Valencia, e molte di esse si eprimevano in spagnolo o catalano, tanto per veicolare il loro messaggio in patria quanto per affermare una propria dignità artistica.Nella raccolta spicca su tutto il volo della jam elettrica Ad Lib (parte 2) degli Ibiza Sound, che appare anche nell'omonimo 45giri del 1971, l'unica pubblicazione dell'epoca della band, come anche il brano No Hay Tiempo Para Perder degli Skorpis del 1973 (in entrambi i brani si distigue un pregievole flauto). Ibiza fu un centro importante della cultura hippies europea, e non ha caso fu lo scenario ideale per la pellicola More di Barbet Schroeder del 1968, uno dei massimi capolavori del cinema underground dell'epoca, magistralmente musicato dai Pink Floyd. Orientativamente le vibrazioni "andergraun" spagnole si rifanno maggiormente ad un duro hard-prog psichedelico di stampo americano, con interessanti divagazioni verso il rhythm and blues o il garage, con soluzioni non sempre eccezionali ma godibili. I modelli principali sembrano essere formazioni come Steppenwolf, Jefferson Airplane, Iron Butterfly, H.P Lovecraft, Spirit, Animals, Blues Magoos o Tean Years After, senza tralasciare chiari accenti hendrixiani. Ma al di là dei singoli contenuti e di qualsiasi giudizio qualitativo, ciò che va elogiato del sound di queste oscure formazioni, dovrebbe essere piuttosto lo spirito, l'anelito verso il cambiamento; psicologico, culturale, sociale e per "transitività", politico e storico. Lo dimostra l'emblematica scritta del retro copertina "Necesito Expansionarme...No Concibo Vivir Asi" e l'"indole giocosa" di alcuni inserti vocali posti a fine o inizio brano... uno recita "mama... no te das cuenta, si te dejan sola, te pones a hacer psicodelia"...e un altro: "esta es una nacionalización psicodélica muñeca...".
Ma l'attesa per un "nuovo vivere" sarebbe stata più lunga nonostante molteplici grida di speranza...
Il 20 Novembre del 1975 Franco morì e la Spagna si preparava finalmente a voltar pagina... Il disco Nuevo Dia del duo flamenco Lole Y Manuel di quell'anno salutava simbolicamente l'avvento di una nuova stagione culturale...nella quale il popolo spagnolo avrebbe conosciuto meglio ciò che in altri luoghi del mondo era già stato conosciuto e metabolizzato...e questo attraverso la sua particolare anima... una fermezza di calore umano e gioiosità i cui influssi positivi sono tutt'oggi percepibili.